Ci sono domande facili, almeno in apparenza. Ecco, questa (sullo stile intendo) non è una di quelle.
Definire uno stile è già di per sé complicato. Spesso siamo in grado di riconoscere stili diversi, percepiamo l’importanza di averne uno e il valore innegabile che lo stile è in grado di dare alla qualità estetica finale di un prodotto.
Eppure l’essenza di ciò che è o fa stile resta imprecisata. Alla fine dei conti, quanto conta lo stile nella buona riuscita di una traduzione? E, soprattutto, cosa c’entra lo stile con le traduzioni?
Quanto conta lo stile nelle traduzioni?
Le “questioni di stile” riguardano ahimè anche le traduzioni (così come i testi scritti in generale).
Ci sono testi in cui lo stile davvero scarseggia, altri in cui è troppo ricco e complesso o altri ancora in cui struttura, tono e registro creano un’armonia tale da riuscire a definire qualcosa di davvero speciale e ben fatto.
A questo punto, si potrebbe chiudere la questione affermando che se il traduttore è in grado di rispettare lo stile di partenza del testo la traduzione sarà senz’altro buona.
Può sembrare bizzarro (e in effetti a pensarci bene lo è davvero) ma per la buona riuscita di una traduzione non sempre è necessario rispettare lo stile di partenza di un testo.