La comunicazione come forma mentis

Comunicazione efficace

di Daniela Corrado

Chiunque abbia studiato comunicazione sa che uno degli assiomi fondamentali di questa affascinante disciplina dichiara che “non si può non comunicare”. E in effetti, se ci pensate un attimo, tutto comunica. Il nostro modo di vestire, i nostri sguardi, il nostro tono di voce e i nostri silenzi dicono sempre qualcosa di noi, anche a nostra insaputa…

Saper comunicare in maniera chiara ed efficace è essenziale in moltissime professioni, non solo per i traduttori o per chi si occupa di redigere testi. Quanto tempo ed energia risparmieremmo se in un ufficio pubblico le informazioni venissero fornite in maniera lapalissiana? Ecco perché la comunicazione, o meglio la buona comunicazione, è una di quelle discipline che secondo me sarebbe utile introdurre nella scuola superiore e in tutti i corsi di studio universitari.

Si potrebbe pensare addirittura ad istituire una nuova materia/cattedra denominata “Italiano e comunicazione” che ci aiuti ad imparare a scrivere e comunicare oralmente in maniera corretta e sana. Sì, perché saper utilizzare le nostre capacità comunicative al meglio e prendere coscienza degli strumenti verbali e non di cui disponiamo faciliterebbe senz’altro la nostra vita e il nostro lavoro.

Unici fra gli esseri viventi a possedere il dono delle lingue (le altre forme di vita hanno il linguaggio che è qualcosa di molto diverso) non sappiamo nemmeno come fare per utilizzare questo strumento al meglio delle sue possibilità.

Perché, ad esempio, Saint-Exupéry scriveva nel suo libro più conosciuto (Il Piccolo Principe) che: “le parole sono fonte di malintesi?” Forse perché aveva già intuito che soltanto una percentuale minima dei messaggi che inviamo passa attraverso la verbalizzazione; il resto, la parte più consistente, risiede nel paraverbale e nel non verbale.

Conoscere i meccanismi della comunicazione, capire cosa ci avvicina e distanzia dagli altri esseri viventi, prendere coscienza delle infinite potenzialità espressive di cui disponiamo, ecc. sono solo alcuni degli obiettivi che ognuno di noi potrebbe perseguire per vivere meglio. Un po’ come il discorso del “mangiare sano”…

Ovviamente il mio entusiasmo per l’argomento deriva in parte dal fatto che con la comunicazione, la scrittura e le lingue straniere ci lavoro (e mi ci scontro) ogni giorno. Ma devo ammettere che i miei studi e il mio lavoro hanno avuto il potere di migliorarmi come individuo, facilitandomi l’esistenza in più di un’occasione (dal banale incidente in auto, alle noiose e a volte ostiche trattative in banca…).

Se l’argomento vi interessa e volete saperne di più potete cercare sul web eventi ed iniziative che promuovono la comunicazione scritta e orale, vi assicuro che ce ne sono a bizzeffe (molto spesso gratuiti)!

Già da ieri, ad esempio, è in corso a Milano la Settimana della comunicazione con un programma vastissimo di incontri che vanno dai corsi intensivi di olandese, alla scrittura creativa, passando anche attraverso la comunicazione grafica e digitale. Il tema di quest’anno, neanche a farlo apposta, è: “Nuovi animali comunicanti”.

Ci sono molti modi di comunicare. Perché non provare a definire meglio quello che ci sembra più adatto a noi?

Cms: come creare un sito web senza conoscere la programmazione

Help Traduzioni, Pisa - Creare un sito con Cms, quale scegliere?Questo post è rivolto a chiunque abbia necessità di aggiornare i contenuti delle proprie pagine web con frequenza, oppure a chi voglia creare un sito web o un blog con un minimo investimento economico iniziale.

La soluzione ottimale che ci permette di creare un sito web senza conoscere la programmazione, e quindi senza avere a che fare con codici e linguaggi come l’HTML è il Cms.

Vediamo insieme che cos’è un Cms e come funziona.

Il termine Cms sta per Content management system, in altre parole un Cms è un software che ci consente di gestire i contenuti (testi, documenti, immagini, ecc.) in maniera flessibile, semplice e dinamica.

Vantaggi di un Cms


  • semplicità nella progettazione (i template sono preimpostati e facilmente personalizzabili)
  • facilità dell’aggiornamento (l’inserimento dei contenuti avviene tramite un editor di testo del tutto simile a word)
  • economicità (gli unici costi sono l’hosting e la registrazione del dominio)
  • possibilità di pubblicazione multiutente
  • adattabilità a diversi tipi di contenuti
  • facilità di integrazione con i social media e posizionamento nei motori di ricerca (ci sono tantissimi plugin, potete sbizzarrirvi!)
  • possibilità di gestire versioni diverse del sito da vari dispositivi (standard, mobile, tablet, cellulari, smartphone) grazie ai template responsive

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Svantaggi di un Cms


  • standardizzazione/poca personalizzazione del design (a meno che non impariate a modificare i CSS, ovvero i fogli di stile)
  • attacchi hacker alla piattaforma che ospita il sito
  • necessità di usare un database managemet system (fanno ovviamente eccezione i Cms text-based)

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Riassumendo i pro e i contro di un Cms…

Stando a quanto scritto qui sopra, il Cms sembra la soluzione a tutti i problemi, dal momento che i vantaggi sembrano superare di gran lunga gli svantaggi.

In effetti, in parte è così, ma la scelta di optare o meno per un Cms dovrebbe tenere conto, in maniera molto seria e ponderata, dell’uso che intendete fare del vostro sito web.

Se il vostro progetto è di darvi al blogging,  creare un e-commerce, dare vita a progetti o portali che prevedano copywriting e/o traduzioni collettive e multiutente, oppure prevede che venga effettuato un frequente aggiornamento e caricamento di contenuti, allora un Cms  può senz’altro rappresentare la soluzione migliore.

Dall’altra parte, se invece avete bisogno di un sito vetrina, magari corredato da elementi grafici altamente personalizzati e con una sezione portfolio clienti, o se già sapete che non avrete il tempo (o la necessità) di aggiornare con frequenza i contenuti del vostro sito web, la scelta di usare un Cms per voi in effetti non ha molto senso.

In altre parole?

In altre parole, un Cms può rivelarsi molto utile per un agente immobiliare che volesse inserire frequentemente sul proprio sito una notevole quantità di annunci, integrandoli con foto o virtual tour delle proprietà che affitta o vende (sempre che non collabori con altre agenzie condividendo il lavoro, perché in quel caso è preferibile una piattaforma ad hoc). Al contrario, sarebbe di poca utilità a un traduttore il cui obiettivo è quello di crearsi un sito vetrina con CV, pubblicazioni, esperienze professionali e quant’altro.

Ciò non vuol dire che sconsiglio l’uso dei Cms ai traduttori e ai freelance (anzi!), ma è importante capire chiaramente fin dall’inizio che se si decide di utilizzare un Cms per renderlo “vivo”, ossia per far sì che i clienti sappiano che ci siete, bisognerà prendersi l’onere di aggiornare il proprio sito web in maniera costante; il che implica anche il saper scrivere bene in italiano e orientare il proprio stile alla scrittura web (ovvero niente post super lunghi, senza immagini e con font impossibili da leggere!). Se non vi piace la scrittura, allora è decisamente meglio cambiare strumento…

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Detto questo, quale Cms scegliere? WordPress, Joomla, Magento, Drupal, vBullettin, PhpBB, AIOCP, Cms Made Simple, Papoo, MonkeyCms, ecc.

Dal momento che mi sono già dilungata fin troppo, mi riprometto di continuare questo discorso in altri post, cercando di operare un confronto e sintetizzare all’osso i vantaggi e le caratteristiche di alcuni dei più famosi Cms. 😉

Se avete domande su questi argomenti, come sapete, potere sempre scriverci a helptraduzioni@ymail.com.

Autore: Daniela Corrado

Come funziona Google?

di Help Traduzioni

Vi auguriamo un buon weekend con questa infografica (molto carina!) che spiega in sintesi come funziona Google.

Chi lavora nella web communication e nel marketing, molte di queste cose le sa già.

Per i traduttori, invece, si tratta di uno schema estremamente utile per capire come viene “letto” da Google tutto ciò che pubblicate nei vostri siti/blog.

Buona lettura, Angela & Daniela

PS. Cliccandoci su l’immagine si ingrandisce e vi rimanda al PPCBlog da cui è tratta.
How Google Works.

Infographic by the Pay Per Click Blog

Cosa significa progettare e pianificare una Social media strategy?

Immagine tratta dal blog www.blog.untrabajo.es
Immagine tratta dal blog www.blog.untrabajo.es

di Daniela Corrado

Le attività di comunicazione sui social media rientrano nell’ottica di una comunicazione intesa come investimento e risorsa. I contenuti pubblicati su blog, social network ed altri canali rappresentano la “voce” di un’azienda, associazione, ente o, nel caso di un freelance, del proprio personal brand.

Pertanto le azioni di comunicazione sui social network vanno gestite in maniera professionale e ragionata, perché sono uno strumento strategico volto a far crescere e a rendere noto il valore e la qualità del brand e dei servizi offerti.

Dal punto di vista operativo, le azioni di comunicazione sui social network prevedono tre fasi essenziali: una prima fase di conoscenza e pianificazione delle azioni di comunicazione da svolgere; una seconda fase più “concreta”, di realizzazione e di gestione dei contenuti; e, infine, un ultimo step di verifica e di monitoraggio dei risultati.

Durante la prima fase si parte con la raccolta delle informazioni, per capire il contesto nel quale ci muoviamo, e si procede alla definizione degli obiettivi strategici e operativi, in modo da esplicitare chiaramente le finalità della nostra comunicazione. Questa fase è particolarmente importante (da essa, infatti, dipende la scelta delle azioni comunicative da intraprendere) e, nel caso di un incarico in outsourcing, è assolutamente necessario instaurare sin da subito una stretta collaborazione tra il professionista freelance e l’azienda, associazione o ente per cui si lavora.

Una volta definiti gli obiettivi, i pubblici di riferimento e la strategia si può passare al secondo step di natura più pratica e operativa. In questa seconda fase, in sintesi, si impostano i profili o le pagine sui social network, redigendo i testi di presentazione delle attività dell’azienda, ente o associazione, scegliendo e filtrando i contenuti da pubblicare, interagendo con gli utenti, sviluppando e implementando il network (anche con gli stakeholders) e promuovendo gli eventi, i prodotti e le attività in tempo reale.

La terza fase, last but not least, è essenziale per valutare l’impatto e gli effetti generati all’esterno (reattività e propositività dei clienti/utenti, interesse di nuovi o potenziali clienti/utenti, ecc.) e le eventuali discrepanze rispetto agli obiettivi di comunicazione prefissati.

È importante sottolineare che i social network favoriscono molto l’aspetto interattivo, aiutando nella creazione di veri e propri “legami” con gli utenti, pertanto la chiarezza e la semplicità (le famose regole di John Maeda) anche in questo caso fanno dei miracoli!

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