Salone Internazionale del Libro, Torino 2013

Immagine da: www.mayjaymagazine.com
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di Daniela Corrado

Parte domani, inaugurazione alle 11.30 con il ministro Bray,  l’edizione 2013 del Salone Internazionale del Libro di Torino. Quest’anno il paese ospite è il Cile, rappresentato dallo scrittore e diplomatico Jorge Edwards.

Il programma di apertura per giovedì 16 maggio è davvero molto ricco: nel pomeriggio, alle 16.30, è prevista la presentazione del libro Ingredienti per una vita di formidabili passioni da parte di Luis Sepulveda, e a seguire, alle 17.30, ci sarà uno scoppiettante dialogo-incontro tra Luciana Littizzetto e Maria Carla Fruttero, figlia del traduttore Carlo Fruttero sul cui famosissimo manuale per traduttori I ferri del mestiere abbiamo già scritto un post.

Non mi dilungo ulteriormente sul programma delle giornate successive, ricordo però che il Salone si chiuderà il 20 maggio e che potete trovare le informazioni complete, aggiornate in tempo reale, sul sito dell’evento.

Per chi riuscirà a partecipare, consiglio vivamente di dare un’occhiata anche all’elenco degli incontri professionali, che quest’anno riguarderanno principalmente l’editoria digitale, le traduzioni e i social media.

Un’occasione unica per imparare e confrontarsi, insomma. Lo scorso anno abbiamo avuto un guest post da parte del nostro inviato toscano/torinese Gianluca Costagliola, su cui speriamo di poter contare anche quest’anno, così da darvi una descrizione completa e riflettere insieme sulle “impressioni a caldo” di chi c’è stato.

Buon Salone del Libro a tutti!

Editoria e norme editoriali: citare o non citare il nome del traduttore? Questo è il problema…

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di Daniela Corrado

Riportiamo il seguente post del collega Paolo Antonio Livorati su come : “anche IL (mensile del Sole-24 Ore) pur con tutti i suoi pregi stia perpetuando la convinzione che i traduttori non siano importanti.

In effetti in Italia, nonostante la legge obblighi gli editori a citare il nome del traduttore in copertina/frontespizio, molto spesso accade, com’è noto tristemente a tutti, che le norme non vengono applicate.

Sarebbe un atto rispettoso delle leggi italiane e di grande sensibilità intellettuale citare sempre il nome del traduttore accanto a quello dell’autore di un testo; e ciò sia perché un traduttore è in realtà “autore” del testo che traduce, sia perché se si vuole davvero creare un’Italia, o meglio un mondo, migliore bisognerà prima di tutto rifarsi in primis alle prassi della buona educazione.

1a parte: http://storify.com/plivo/traduttori-in-corpo-2
2a parte: http://storify.com/plivo/traduttori-in-corpo-2-seconda-parte-come-i-tipogra

Senza scrittori: un documentario sull’editoria italiana

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di Daniela Corrado

Senza Scrittori è un documentario andato in onda su Rai.tv che affronta il tema della narrativa oggi e, in modo particolare, dei rapporti tra scrittori, editor e case editrici.

Attraverso l’analisi del sistema e del mondo dell’editoria odierna, della distribuzione, delle librerie, ecc. questo documentario vuole lanciare una provocazione forte e spingerci a riflettere su alcune questioni impellenti: che cos’è “letteratura”, e che cos’è “letterarietà” oggi? Fino a che punto i libri che scalano le classifiche e che si vendono nelle librerie rappresentano il mondo degli scrittori italiani?

Il sistema editoriale è, purtroppo, intriso di cinismo. Ciò è dovuto al fatto che i libri che “non si vendono” e che non hanno mercato non sono buoni libri. Quindi il compito della casa editrice è vendere o proporre cultura? Lascio a voi la risposta…

La regia del documentario è di Andrea Cortellessa e Luca Archibugi, qui sotto il link per vederlo:

Senza scrittori: un documentario sull’editoria italiana di Rai.tv

Come si diventa traduttori letterari?… un post di Chiara Marmugi

di Daniela Corrado

Riproponiamo un post dal blog di Sabrina Tursi, Direttrice didattica di STL, scritto un po’ di tempo fa dalla traduttrice Chiara Marmugi.

Le riflessioni di Chiara Marmugi sono maturate in occasione della prima edizione del corso di Traduzione editoriale di STL, ma non per questo possono dirsi “datate”.

Crediamo che sia importante leggerle per confrontarsi con chi da anni traduce testi e materiale editoriale di vario genere, e soprattutto siamo convinte che Chiara dia ottimi consigli dettati non solo dalla sua esperienza, ma dalla passione per il suo lavoro.

Con Sabrina abbiamo pensato di organizzare questo corso perché ogni volta che mi capita di parlare in pubblico immancabilmente qualcuno domanda: “Come si diventa traduttori letterari?” e dato il contesto non riesco mai a rispondere in maniera esaustiva.
È chiaro che non esiste una formula magica che ci apre le porte dell’editoria, ma al corso cercheremo di darvi qualche consiglio che potrà aiutarvi a bussare nei modi e con i tempi giusti, e a evitare soprattutto gli errori fatali che molti principianti non sanno di commettere.
Qualche suggerimento però vorremmo darvelo anche qui sul blog di STL, nel caso non aveste il tempo per venire a lezione.
Il primo consiglio che mi sento di dare, e che a molti potrà apparire scontato, è quello di studiare. Studiare bene la lingua di partenza, qualsiasi essa sia, ma anche la lingua di arrivo, nel nostro caso l’italiano. Lingua source e lingua target sono ugualmente importanti. La prima possiamo anche darla per scontata, visto che a nessuno verrebbe in mente di intraprendere la carriera di traduttore o traduttrice senza conoscere la lingua da cui si vuole tradurre. Ma la conoscenza della seconda, ovvero della propria lingua, come si approfondisce? Come si impara a scrivere bene in italiano?
Innanzi tutto leggendo molto. Leggendo cose scritte bene e leggendo testi che trattano gli argomenti su cui vorremmo lavorare. Se vorreste tradurre gialli, leggete dei bei gialli, scritti bene, sia in italiano che in traduzione. Individuate dei bravi scrittori e dei bravi traduttori e spulciate i loro testi. Se invece vi piace la critica d’arte, saccheggiate i cataloghi delle mostre, gli illustrati e i libri di critica e analizzate frase per frase, concentrandovi sulla terminologia – già che ci siete, iniziate a crearvi un bel glossario personalizzato – e sulla sintassi, ma anche sul ritmo del testo e sulla voce narrante. Lo stesso vale per la letteratura rosa, i libri per ragazzi, i fantasy, il romanzo storico, la letteratura di viaggio…
Visto che volete imparare a scrivere per tradurre, un altro consiglio che posso darvi è quello di confrontare un testo tradotto e pubblicato con il suo originale. Esistono fior di traduttori da ogni lingua, individuate quelli che stimate di più e fate un vero e proprio lavoro di bottega provando a pre-tradurre i testi e poi facendo il confronto con le loro pubblicazioni. Sarà come avere un insegnante tutto per voi.
E l’ultimo suggerimento che posso dare a chi vuole imparare a scrivere in un buon italiano è quello di… scrivere! Scrivete appena potete e rileggetevi tanto e spesso, in modo tale da individuare gli errori per voi più ricorrenti e lavorare poi su quelli. Ai miei allievi consiglio spesso di aprire un blog, perché scripta manent e soprattutto vanno in giro per il mondo, obbligandovi a curare bene lo stile, se volete essere letti. Potete scrivere di tutto, recensioni di libri e film, critiche a traduzioni già pubblicate, ma anche la cronaca degli avvenimenti del palazzo in cui vivete, le imprese di vostro figlio – il mommy-blogging al momento va fortissimo! – i pensieri del vostro cane… scrivete di un argomento che vi sta a cuore, rileggete spesso e con attenzione e vedrete che con l’esercizio la scrittura sarà sempre più fluida e corretta e di conseguenza le vostre traduzioni zoppicheranno sempre meno.

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