Editoria e traduzione: focus sulle lingue di minore diffusione

Editoria e traduzione: focus sulle lingue di minore diffusioneDaniela Corrado –

Informiamo che il 16-17 gennaio prossimi si terrà il convegno internazionaleEditoria e traduzione: focus sulle lingue di minore diffusione”, organizzato dal Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università degli Studi di Padova, in collaborazione con il CISUECO (Centro interuniversitario di studi ungheresi e sull’Europa centro-orientale).

Gli interventi previsti si terranno presso Palazzo Maldura a Padova. Trovate il programma dettagliato dell’evento al seguente link: Programma ‘Editoria e traduzione’

Parteciperà al convegno anche AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti).  In particolare, giovedì 16 gennaio a partire dalle 14.30, Bruno Berni, membro dell’Istituto di Studi Germanici di Roma e socio onorario AITI, interverrà durante la sessione “Riflessioni sulla traduzione letteraria” con un incontro dal titolo “Ritradurre Andersen”.

Venerdì 17 gennaio a partire dalle 14.30, invece, Alexandra Foresto, docente all’Università degli Studi di Udine e traduttore AITI, interverrà durante la sessione “La traduzione come professione e il rapporto traduttore-editore” con l’incontro “Dalla formazione alla professione: specializzazione e aspetti pragmatici”.

L’ingresso al convegno è libero.

Trovate l’evento Facebook a questo indirizzo: Evento Facebook ‘Editoria e traduzione’

TFA 2012: orizzonte scuola

Bambini con frutta e ortaggi

di Daniela Corrado

Di pari passo al delirio politico e culturale del nostro paese, continua anche il tam tam delle notizie legate al TFA (Tirocinio Formativo Attivo); la cui attivazione e svolgimento versano irrimediabilmente nel caos (o almeno qui a Pisa).

Dopo gli articoli pubblicati sul blog tra agosto e ottobre, a cura di Angela Di Giorno,

ci affidiamo, per continuare l’analisi e la riflessione su questo tema, all’esperienza e alle parole della collega Carlotta Cini, traduttrice e francesista, che nei giorni scorsi ha scritto un breve articolo a riguardo per “Il Tirreno” di Pisa:

Qui in basso, invece, trovate uno sfogo personale sull’argomento:

L’insegnamento, in particolare quello delle lingue straniere e delle materie scientifiche, è bisognoso di regolamentazione adeguata e risorse. Si parla sempre molto della scuola e della cultura, ma nell’ascoltare i discorsi e le riflessioni dei colleghi linguisti docenti percepisco soltanto amarezza e rassegnazione per il fatto che a questo gran “parlare” non seguano quasi mai azioni concrete di cambiamento.

Solo per fare un esempio, l’esser costretti a delegare l’insegnamento delle materie linguistiche nella scuola elementare a docenti, di certo preparatissimi, ma che non hanno un background linguistico solido e importante, fa sì che l’inglese, il francese, ecc. rimangano delle materie “liminari”, quando in altri paesi il valore attribuito all’insegnamento delle lingue straniere è fondamentale. Non mi riferisco solo a paesi fortemente industrializzati, ci sono realtà, anche in India, Sud America e Africa, dove si è compreso che la via dello sviluppo e della crescita di una nazione passa attraverso lo studio e l’apertura alle lingue straniere.

Tempo fa, ad esempio, mi è capitato di conoscere un giovane dottore di origine kenyana che esercita a Berlino. All’età di 30 anni circa, quest’uomo è in grado di parlare perfettamente tre lingue: il suo dialetto africano d’origine, l’inglese (che ha usato correntemente fin dall’adolescenza nel suo paese come lingua di studio) e il tedesco (lingua che ha appreso per lavorare). E se non basta, potrei portare ad esempio la testimonianza di un’amica peruviana che racconta della sua paura per gli esami d’inglese di fine anno alle scuole superiori, dal momento che da loro l’inglese è considerato una materia fondamentale, al pari della matematica e della letteratura.

Ecco, ogni volta che ascolto queste storie penso: “Seeeeee, da noi??? E quando mai!” Eppure, non vorrei dover pensare una cosa del genere del mio paese…

Gli articoli sul TFA che pubblichiamo, compreso quello di Carlotta, vanno in questa direzione: testimoniare per migliorare, e non per fare critica sterile ed inutile. Il caso di Pisa, infatti, è solo un esempio del caos nazionale che attanaglia questa questione.

Con forza e coraggio, avanti!

Arundhathi Subramaniam all’Università di Pisa

Arundhathi Subramaniam, English Literature

di Daniela Corrado

Pisa – Domani, martedì 12 giugno, alle 16.30 nell’Aula Magna di Palazzo Boileau (Facoltà di Lingue e Letterature Straniere), si terrà un incontro sulla poesia indiana con la poetessa Arundhathi Subramaniam. L’evento è organizzato dal Dipartimento di Anglistica e dal Master in Traduzione di Testi Postcoloniali dell‘Università di Pisa. Oggetto del dibattito: “Shakuntala: poesia indiana tra antico e moderno.”

Ma chi è esattamente Arundhathi Subramaniam? Nel 2008 Ottavio Rossani su Il Corriere della Sera definì la sua poesia come “un magico sussurro nel frastuono di Bombay”. Definizione incantevole. Arundhathi è un’artista eclettica: oltre a splendide raccolte di poesie, scrive testi giornalistici, teatrali e di critica artistica e letteraria. Inoltre, è anche un’esperta danzatrice.

Ad accompagnarla domani pomeriggio ci sarà uno dei suoi primi traduttori, Andrea Sirotti, assieme allo studioso di lingua sanscrita Saverio Sani.

In contemporanea alla lettura delle poesie, ad opera di Loredana Foresta, traduttrice e attrice, avverrà anche la recitazione di brani antico-indiani tratti dal poema epico Mahabharata e dal dramma Shakuntala di Kālidāsa.

Gli allievi del Master in Traduzione avranno modo di leggere all’autrice le traduzioni delle sue poesie elaborate nel loro corso di studi. Una cosa magica. Tante lingue, tante culture, tante immagini e tanti suoni si mescoleranno per circa due ore in una piccola aula universitaria (chi ha già visitato l’aula magna di Palazzo Boileau sa che, a dispetto del nome, è una delle aule più piccole della Facoltà).

Amo la cultura indiana. Finalmente un pezzo di Bombay irromperà nella tranquillità dei pomeriggi pisani colorandone l’aria.

Non vedo l’ora.

Una piccola anticipazione:

“Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciare traccia…
Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.”

Traduzione errata dei bandi per la ricerca universitaria

Traduzioni bando ricerca miur

di Daniela Corrado

Purtroppo non si tratta di un triste scherzo o di un fotoritocco ben riuscito: ciò che vedete qui sopra è la realtà nuda e cruda. Ma è mai possibile che una Pubblica amministrazione manchi in questo modo di professionalità? In Italia avviene anche questo. Non voglio parlar male del mio paese -che per altro adoro- ma mi chiedo PERCHE’ accadano questo genere di incidenti. Ogni traduttore sa che l’errore è sempre in agguato dietro l’angolo, ma una simile traduzione è molto di più di un semplice errore. Occorrerebbe una seria riflessione su un paese che vuole apparire credibile all’estero ma non ha la volontà politica di riconoscere professionalmente i traduttori. Ecco cosa succede ad usare i traduttori automatici senza far revisionare il testo da chi di dovere. Mi scuso per lo sfogo, ma trovo che pubblicare un bando per la ricerca in queste condizioni sia stato l’ennesimo atto di una “commedia all’italiana” mal riuscita.

Per approfondimenti ulteriori potete leggere l’articolo del Corriere fiorentino.

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