Tradurre un sito di e-commerce: 3 cose importanti da sapere

negozio-onlinedi Daniela Corrado

Questo articolo vuole offrire alcuni spunti di riflessione per chi ha intenzione di avviare un e-commerce o ne possiede già uno.

Un sito di e-commerce è un negozio online con potenzialità di vendita e raggiungimento di clienti molto elevate. Vi siete mai chiesti: ‘sto sfruttando tutti i canali che il mio sito di e-commerce offre?’, ‘perché non riesco a vendere il mio prodotto all’estero?’, ecc.

Non disperate, ecco tre cose importanti da sapere:

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1. Non tradurre un sito di e-commerce significa rinunciare a una fetta di mercato.

Dopo aver analizzato il vostro prodotto e deciso a quali mercati mirare, contattate un team di traduttori professionisti che sia in grado di svolgere un’operazione di adattamento culturale del sito e non una semplice traduzione letterale.

L’esperienza di navigazione e di acquisto deve essere prima di tutto gratificante. Se l’utente non si riconosce nel testo (nel senso che non riconosce la lingua nel modo in cui è abituato a parlarla) e non comprende il valore del prodotto offerto, continua la sua ricerca online.

Per questo motivo sono bandite tutte le traduzioni automatiche, perché piene zeppe di difetti ed errori di traduzione; così come le traduzioni incomplete, parziali o non aggiornate perché impediscono la fluidità della lettura. L’errore di senso è sempre in agguato, meglio lavorare in team, unendo le competenze tecniche e linguistiche di traduttori madrelingua sia del testo di arrivo che di partenza.

2. Se avete deciso che la traduzione di un sito e-commerce fa per voi, riflettete bene sulle conseguenze.

Non voglio demoralizzare nessuno, ma proporre un prodotto su un mercato estero e non garantire l’assistenza clienti in più di una lingua può essere davvero controproducente. Bastano dei piccoli accorgimenti: ad esempio, la creazione e traduzione di una pagina FAQ (domande frequenti); oppure, la creazione di una newsletter in più lingue da inviare in maniera mirata.

Instaurate un rapporto di fiducia con il vostro traduttore: in caso di problemi, potrà essere lui a supportarvi attraverso un servizio di ufficio estero in outsourcing.

3. La traduzione non è tutto, occorre anche il posizionamento.

Perché un sito di e-commerce sia correttamente posizionato all’estero, e ben visibile sui motori di ricerca, occorre fare riferimento all’esperienza dei SEO. Chi sono?

Sono consulenti esperti del web in grado di consigliare il modo migliore per farsi trovare su internet. Dalla sinergia tra traduttori e SEO può nascere un sito di e-commerce davvero vincente!

Lo sapevate, ad esempio, che in Russia il motore di ricerca più utilizzato non è Google ma Yandex? No? Ecco, un SEO ve l’avrebbe detto…

 

 

 

Comunicazione e traduzione: il mondo degli eventi culturali

Cultura no muerde

di Daniela Corrado

Musei, eventi e attività culturali ormai da tempo risentono, al pari di altri settori, della crisi economica globale.

Eppure, nonostante la carenza di fondi e l’assenza di politiche nazionali efficaci nel promuovere la gestione di beni e attività culturali, il settore della cultura, o il turismo culturale, in Italia continua a stupire e attrarre un numero enorme di visitatori ogni anno.

Nel 2012, nel supplemento “Domenica” del Sole 24 Ore, il presidente di Confcultura, Patrizia Asproni, affermava:

Dire che la cultura può produrre ricchezza economica, dunque che va seriamente considerata come una delle chiavi per aprire strade capaci di condurre oltre la crisi, non è un argomento decorativo ma il punto preciso da cui ripartire per generare crescita e occupazione, specie giovanile e di qualità nuova, fondata sulle competenze e su diversificate tipologie professionali. La riprova, se ce ne fosse bisogno, l’abbiamo dalla semplice lettura dei dati…

Ecco che, in quest’ottica, le attività di comunicazione e traduzione, che dovrebbero essere sempre presenti nei principali musei, eventi e siti di interesse archeologico e/o storico-culturale, se pianificate e gestite con competenza, possono rappresentare uno dei fattori chiave per la crescita di pubblico e occupazione, aprendo la dimensione culturale italiana al mondo e viceversa.

Se è vero che in un museo a parlare sono essenzialmente gli oggetti esposti, è anche vero che:

I testi scritti sono una componente comunque presente nella comunicazione museale. Non solo non c’è un museo (o mostra) che ne possa fare a meno, alla pari di quanto avviene in tutti gli altri ambiti delle nostre pratiche sociali e/o individuali. E va anche tenuto conto che la presenza dei testi scritti nei musei e nelle mostre è enormemente aumentata nel corso degli ultimi quaranta, cinquant’anni insieme alla loro varietà. […] I diversi testi scritti presenti in un museo costituiscono –nel loro insieme- una sorta di filo d’Arianna che, collegando tra loro i diversi oggetti e moduli espositivi, contribuiscono in maniera determinante a dichiarare e comunicare il senso globale dell’esposizione.” [1]

Tutto ciò ribadisce l’importanza delle parole e del testo scritto anche all’interno dei musei, luoghi dove i reperti e le opere solitamente parlano un linguaggio “segnico”, anche come supporto alla didattica; perché:

L’apprendimento risiede proprio nell’incremento controllato della competenza linguistica[2].

Per queste ragioni, nei musei e negli eventi culturali, dedicare una parte del budget alle attività di comunicazione e traduzione è sempre una buona idea; che ripaga sia a breve che a lungo termine.

È importante non sprecare risorse operando delle scelte ragionate, inserendo istruzioni e informazioni in altre lingue in funzione del target di riferimento dell’evento. Se, ad esempio, uno dei pubblici di riferimento è il turista russo, non ha senso proporre una traduzione italiano-inglese; perché il turista russo, nella maggior parte dei casi, non ha alcuna conoscenza di queste due lingue.

Così come è importante non affidarsi alla traduzione automatica, se non si vuole incorrere in castronerie inutili che si sarebbero benissimo potute evitare con l’aiuto di un traduttore professionista.

Infatti, per poter comunicare adeguatamente la natura delle attività svolte in un museo, o il senso più intimo e profondo di una mostra, occorre studiare e informarsi sull’argomento oggetto dell’evento e apprendere il linguaggio specialistico adeguato.

Conoscere “linguisticamente” qualcosa, come ho già accennato prima, significa apprendere concetti e poterli potenzialmente trasmettere all’infinito. Shakespeare scriveva che “ciò che chiamiamo rosa con un altro nome profumerebbe lo stesso”, un concetto molto romantico, non c’è che dire, ma per niente adatto alla comunicazione museale o scientifica dove “superficie articolare”, “faccia articolare” e “faccetta articolare” indicano realtà profondamente diverse.

Per raccontare un esempio vissuto in prima persona, prima di lavorare in un museo scientifico, ero solita utilizzare a caso il termine “teschio”; ma, da quell’esperienza, ho capito che il termine più adatto per indicare quel concetto è “cranio”, e che queste due parole non sono affatto intercambiabili.

Perciò non si può comunicare qualcosa se non lo si conosce “linguisticamente” in maniera adeguata e l’uso di termini inappropriati non solo genera una cattiva comunicazione, ma produce anche un difetto nella conoscenza.

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[1] D. Jalla, La comunicazione scritta nei musei: una questione da affrontare, in “La parola scritta nel museo. Lingua, accesso e democrazia”, Atti del convegno Centro Affari e Convegni di Arezzo del 17 ottobre 2008, a cura della Regione Toscana – Direzione Generale Politiche formative, beni e attività culturali.

[2] Cfr. B. Vertecchi, http://lps2.uniroma3.it/com/Vertecchi2007B_lm/sici/bac/bacheca.php (al 12/09/07).

 

 

 

 

La Giornata del traduttore – Edizione 2014

La Giornata del traduttore - Edizione 2013
La Giornata del traduttore – Edizione 2013

Good news!

Giunge alla seconda edizione ‘La Giornata del traduttore’ a Pisa, un incontro che ha l’obiettivo di mettere in contatto traduttori e aziende interessate ai processi di internazionalizzazione, promuovendo il networking fra colleghi e i percorsi di alta formazione.

Negli ultimi anni, la professione del traduttore è profondamente mutata: assieme al ruolo di consulente linguistico e mediatore culturale, al traduttore sono richieste competenze sempre più specifiche e settoriali, anche in ambiti extra-linguistici (editing, marketing, web communication, copywriting, ecc.). Lo scopo della Giornata è quello di aprire una finestra sul mondo del lavoro, cercando di definire nuovi orizzonti professionali.

L’edizione di quest’anno si terrà il 20 settembre presso il Palazzo dei Congressi di Pisa. I posti sono limitati ed è previsto uno sconto per le iscrizioni early booking entro il 31 maggio. Nella quota di iscrizione è compreso anche il pranzo di networking.

Trovate maggiori informazioni sul programma della Giornata, i workshop collegati all’evento e le modalità di iscrizione sul sito:

 www.lagiornatadeltraduttore.it

Vi aspettiamo a Pisa!

Il vademecum del traduttore: idee e strumenti per una nuova figura di traduttore

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Per tutti i colleghi traduttori di Pisa, informiamo che il Centro Traduzione del Pisa Book Festival presenterà nel pomeriggio di oggi, 27 marzo, Il Vademecum del Traduttore: idee e strumenti per una nuova figura di traduttore di Andrea Di Gregorio.

Andrea Di Gregorio è scrittore, traduttore e pubblicitario. Ha tradotto dell’inglese e dal greco moderno per Bompiani, Adelphi, Feltrinelli, Rizzoli e altre case editrici.  Laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa, autore di saggi sulla scrittura creativa e la traduzione, Di Gregorio è anche ideatore della scuola di scrittura www.scuoladiscrittura.com.

Trovate un’interessante intervista all’autore a questo link: IL MESTIERE DI TRADURRE – Intervista ad Andrea Di Gregorio.

L’incontro-presentazione de Il Vademecum del Traduttore è previsto per le 17.00 presso la Libreria Erasmus (in Piazza Cavallotti, davanti alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere) di Pisa.

Interverranno come ospiti: Bruno Berni, direttore della Biblioteca dell’Istituto Italiano di Studi Germanici  di Roma e Biancamaria Rizzardi, direttore del Master in Traduzione di Testi postcoloniali dell’Università di Pisa.

Noi di Help Traduzioni ci saremo. Vi aspettiamo!

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