Perché non applicare i concetti di usabilità e accessibilità anche al Content Marketing?

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di Daniela Corrado

Sempre più spesso sentiamo i grandi guru del marketing consigliare di usare Facebook e i social network in maniera intelligente: pianificando una linea editoriale precisa e strategie di comunicazione targeted oriented.  Cosa significa? È molto semplice. In pratica, si tratta di individuare i pubblici di riferimento (macrocategorie) , ovvero i destinatari  della comunicazione, e procedere a una successiva segmentazione del mercato nel dettaglio (microcategorie). Questo modo di fare, infatti, permette di  focalizzare meglio i contenuti (content) e, per usare una metafora, di indirizzarli a chi “ha orecchie per intendere”.

Eppure, probabilmente condizionata dai miei studi linguistici e in comunicazione pubblica, sono convinta che una comunicazione efficace, oltre a tener conto del target specifico, fattore che influenza notevolmente la selezione e la modalità di erogazione dei contenuti,  debba avere potenzialmente la capacità raggiungere il maggior numero di persone e, se possibile, riuscire a farsi comprendere chiaramente da tutti.

Partendo da questa riflessione, abbastanza semplicistica se vogliamo, mi sono chiesta, anche sulla base degli attuali trend di settore, se sarà mai possibile riuscire a creare, scegliere e organizzare i content  in maniera al contempo rilevante, orientata e globale.

È un’impresa impegnativa, ma non impossibile. E per raggiungere questo scopo, secondo me, è sufficiente ispirarsi a due concetti da tempo presenti in ambito web: usabilità e accessibilità.

Il content marketing prevede la creazione e diffusione di contenuti in grado di attrarre i prospects e trasformarli in customers. Negli ultimi anni si è compresa l’importanza della qualificazione dell’offerta dei contenuti; che non devono soltanto attrarre lettori  e essere ottimizzati per il web, ma dimostrarsi anche affidabili e diversificati. L’affidabilità e la diversificazione, infatti, giocano un ruolo importantissimo nella successiva fidelizzazione dei customers (che a quel punto diventano repeat buyers), e quindi, di rimando, anche sulla percezione della brand image.

In altre parole, chi svolge la funzione di content curator (o editor) ha una responsabilità enorme, sia nei confronti dell’azienda per cui opera (o di se stesso se si tratta di personal brand, come avviene per i traduttori e i freelance), che dei customers. La sua figura, in teoria della comunicazione, è assimilabile a quella dell’opinion leader. È lui, infatti, attraverso i contenuti che edita, ad educare e influenzare i prospects (e molto spesso anche eventuali partner e stakeholder) quel tanto sufficiente a far conoscere e amare il prodotto/servizio che offre e, se la sua strategia comunicativa è di successo, a creare marketing virale (attraverso la condivisione dei contenuti), convincendoti infine che è davvero un piacere fare affari con te e lavorare insieme. Magia? Quasi…

Quali vantaggi allora potremmo trarre dall’implementazione della nostra strategia di content marketing con i concetti di usabilità e accessibilità abitualmente utilizzati nella progettazione di sistemi informativi?

Se lo scopo dell’usabilità è misurare la qualità dell’interazione dell’utente con il prodotto durante l’uso, applicato ai content, questo concetto consentirebbe la creazione, progettazione e organizzazione di contenuti in maniera più efficace, efficiente e soddisfacente. In quest’ottica di miglioramento di qualità e organizzazione dell’informazione, infatti, sono sempre più orientate le modifiche degli algoritmi di Google (in grado, come sappiamo, di influenzare il posizionamento dei siti web) e lo sviluppo di recenti tecnologie e piattaforme legate alla content curation (ad es. Scoop.it, Storify, Pearltrees, Zite, Pinterest, ecc.).

Se, dall’altro lato, l’accessibilità consente che il maggior numero di persone possibile possa accedere ad un prodotto (ad es. attraverso il corretto caricamento di siti web da parte di vari browser o su device differenti), in applicazione al content marketing ciò offrirebbe l’opportunità concreta non solo di allargare il bacino di utenza del target, ma anche di sviluppare una nuova consistente fetta di mercato; quella che attualmente va sotto il nome di mobile content.

In altre parole, investire nell’usabilità e accessibilità dei content, anche attraverso la determinazione di criteri oggettivi a cui fare riferimento, consentirebbe di migliorare notevolmente le proprie strategie e il raggiungimento degli obiettivi.

D’altra parte, se in programmazione web lavorando sul lato server abbiamo un miglior controllo del lato client, perché lo stesso principio non dovrebbe valere anche per il content marketing?

Be Inclined to Creativity

Project Management

La redazione di Help Traduzioni

Dopo l’imprevedibile successo del post sulla “schiacciata pasquale”, bisogna ammettere che le festività sono -ahimé- terminate.

Questa settimana, infatti, è stata piuttosto dura. Molti sono i progetti e le collaborazioni in atto, per cui c’è bisogno di tanta energia e tanto lavoro (in quest’ottica, devo dire, che la “schiacciata” ci ha supportato degnamente con il suo innegabile apporto ipercalorico…).

Come alcuni di voi avranno già notato, abbiamo adeguato il blog alle nostre nuove attività: non ci occuperemo più soltanto di traduzioni, ma anche di comunicazione, copywriting e social media marketing.

Se la passione per le lingue straniere, elemento propulsore della creazione di Help Traduzioni, si è formata sui banchi consumati e pieni di scritte della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Pisa, anche la passione per la comunicazione, il web e i social media è scaturita dalla “fame di conoscenza” mai arrestatasi, neanche dopo la laurea.

Finora non eravamo riuscite a concretizzare il nostro eclettismo nel lavoro, ma con questi nuovi progetti daremo spazio al nostro estro creativo e all’instancabile voglia di fare e lavorare che ci caratterizza.

Per questo dobbiamo ringraziare prima di tutto noi stesse, per l’impegno e la curiosità intellettuale che mettiamo in tutto ciò che facciamo, ma pure chi ha supportato e supporta il nostro sito e blog di cui -udite, udite!- abbiamo acquistato il dominio la settimana scorsa. Grazie.

Al momento stiamo collaborando nell’organizzazione di un paio di eventi a carattere culturale, su cui vi aggiorneremo a breve, approntando la sezione “dicono di noi”, con alcuni dei commenti più significativi inviatici da clienti, amici e lettori di Help Traduzioni, e infine, cigliegina sulla torta, stiamo pianificando uno spazio virtuale per dar voce non solo a chi certamente se l’è guadagnata con l’autorevolezza del proprio lavoro, ma anche a chi, in un periodo di crisi come quello in cui ci troviamo, è riuscito a rispondere in maniera creativa alla domanda, ormai diventata tabù, “cosa vuoi fare da grande?”.

Ecco, queste sono in sintesi le novità.

Speriamo, in ogni step, di avervi sempre al nostro fianco per supportarci (e anche criticarci, quando occorre!) nel percorso di vita, di crescita e di lavoro che Help Traduzioni ci ha aperto due anni fa.

Traduzioni e social media marketing

di Daniela Corrado

Il 5 maggio si terrà a Pisa un workshop sui social media. Verrebbe da chiedersi: “Cosa c’entra con le traduzioni?”. Vi posso assicurare che, anche se non si vede, l’attinenza c’è.

Avete mai sentito parlare di regole del web, SEO o del motto “se non ci sei, non esisti”? Per voi è un mistero come attrarre clienti sul web o farsi conoscere da chi non sospetta neanche della vostra esistenza? Una delle risposte a tutte queste domande è “social media marketing“.

Il corso vi darà alcuni spunti per imparare ad usare in maniera autonoma gli strumenti di auto promozione legati ai social media.

Se interessati, contattate Sabrina Tursi (sabritursi@alice.it) o visitate la pagina Facebook dell’evento.

Lavorare con le lingue straniere… si può! Consigli per traduttori alle prime armi

Help Traduzioni: consigli per traduttori alle prime armi

di Daniela Corrado

Vorrei segnalare un articolo molto interessante di Jill Sommer, traduttrice dal tedesco all’inglese.

Partendo dal commento di una giovane traduttrice alle prime armi, Jill Sommer approfondisce le difficoltà di chi inizia il lavoro del traduttore fornendo dei consigli molto utili.

Un’attenzione particolare meritano, almeno all’inizio, il marketing e la pubblicità -per esempio attraverso i social media– per farsi conoscere da potenziali clienti e colleghi.

Per il resto gli ingradienti essenziali sono pazienza, costanza e un pizzico di fortuna! 😉

Buona lettura!

Musings from an overworked translator

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