Scienza e fede: Margherita Hack al Pisa Book Festival 2012

di Angela Di Giorno

La simpatia e la semplicità della donna, prima ancora della genialità dell’astrofisica, sono le qualità irresistibili di Margherita Hack, ospite del Pisa Book Festival lo scorso 24 novembre.

Una folla immensa aspettava impaziente il suo arrivo nella Sala Pacinotti del Palazzo dei Congressi di Pisa per la presentazione del  nuovo libro Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete, scritto con Pier Luigi Di Piazza ed edito da Nuovadimensione. Ed eccola entrare nella sala, preceduta dal marito Aldo: il peso cosmico di 90 anni di studi sulle spalle le ha reso il passo incerto e tutti si sciolgono in un applauso mentre con l’aiuto delle stampelle raggiunge la sua postazione.

Nel libro la Hack, che come è noto si dichiara fermamente atea, e Don Pier Luigi Di Piazza, prete friulano che da sempre si dedica ad accoglienza e integrazione, si confrontano sui temi della vita partendo da due posizioni divergenti le quali però finiscono per coincidere in un’etica umanistica universalmente valida condensata nei precetti “Ama il prossimo tuo come te stesso” e “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso”. Ecco l’inizio del dibattito:

La discussione ha alternato toni seri di riflessione, come quando i due ospiti si sono confrontati sul tema dell’accanimento terapeutico, definito dalla Hack “una barbarie“, a toni più rilassati nei momenti in cui l’autoironia e il senso dell’umorismo toscano della Hack hanno dato origine ad una serie di boutade travolgenti.

Uno dei momenti più piacevoli: quello in cui la moderatrice chiede alla Hack se ritiene che i dieci comandamenti siano dei precetti da seguire. Segue un botta e risposta che vale la pena di seguire direttamente nel video che abbiamo realizzato:

Nelle fasi finali dell’incontro è stato chiesto all’astrofisica: “Lei afferma nel libro che ciò che le piacerebbe maggiormente vedere realizzato in futuro è il teletrasporto“. E lei risponde divertita: “Eh, oggi abbiamo già Skype che è una specie di teletrasporto!”.

Tirando le somme, è stato un incontro interessante che ha ripreso il dibattito secolare tra scienza e fede – che personalmente mi affascina da sempre – il dilemma irrisolto tra finalismo e causalità, tra le due opposte spiegazioni del mondo: quella ermeneutica secondo cui il mondo è esplicazione di un disegno provvidenziale finalistico, che le varie religioni attribuiscono a Dio, e quella scientista (a partire da Aristotele fino a Cartesio e Newton) basata sul principio di causalità (post hoc, ergo propter hoc) secondo cui non c’è nessun fine ma solo il meccanicistico esplicarsi di fatti.

L’originalità dello scambio tra la Hack e Don Di Piazza risiede nell’apertura intellettuale per cui le due ideologie antitetiche non solo sono in grado di mettere da parte la propria pretesa di validità gnoseologica assoluta, ma arrivano addirittura ad operare una sintesi nell’umanesimo etico.

Si avverte che l’argomento mi appassiona? Non poteva essere altrimenti, dal momento che questi e altri temi sono stati magistralmente raccontati dallo scrittore inglese Philip Pullman (Norfolk, 1946-) nella trilogia fantasyHis Dark Materials“, che anni fa è stata oggetto della mia tesi! 🙂

Pullman è un ateo appassionato di scienza e astrofisica. Traendo ispirazione dalle speculazioni derivate dalla teoria sui buchi neri del noto fisico Stephen Hawking, Pullman ha immaginato un universo in cui infiniti mondi paralleli coesistono. Tutti sono popolati da esseri coscienti: persone, streghe, orsi parlanti, angeli e altri esseri viventi animati dalle stesse domande sul perchè dell’esistenza. Nel mondo della protagonista, Lyra, è in atto una tremenda lotta tra il Magisterium (la Chiesa) e la comunità scientifica, che finisce per allargarsi a tutti gli altri mondi e può essere risolta solo in una comune ottica di etica della solidarietà tra popoli. Il confronto tra scienza e fede è approfondito in un personaggio molto particolare: Mary Malone ex suora che dopo aver perso la fede è diventata una scienziata, specializzata nelle ricerche sulla materia oscura.

Non aggiungo altro anche perchè potrei scrivere fiumi di parole! Vi consiglio solo la lettura del libro (uscito in Italia col titolo “Queste oscure materie”,  edito da Salani, traduttori Marina Astrologo, Alfredo Tutino e Francesco Bruno) che offre sicuramente molti spunti di riflessione. Gli stessi che penso possa offrire il libro della Hack e Don Di Piazza, sebbene sia un genere letterario molto diverso. Infine, per chi fosse interessato, sul sito di RadioEco emittente radiofonica dell’Ateneo universitario pisano si può ascoltare il podcast dell’intero incontro tenuto al Pisa Book Festival.

Il mondo incantato delle fiabe olandesi

fiabe olandesi

di Angela Di Giorno

One summer’s day, as the princess was walking in the open, sunny space, where the old oak had stood, she saw a blue flower.

[Un giorno d’estate, mentre la principessa passeggiava nello spazio aperto e soleggiato dove prima si ergeva la vecchia quercia, vide un fiore blu.]

Dutch Fairy Tales, William Elliot Griffis, 1918

E fu così che la principessa scoprì il lino. Lei è la principessa dalle venti sottane, figlia del Signore delle Terre di Ten Eyck (“at the oak”), una della protagoniste delle fiabe olandesi. Da piccola era capricciosa e dispettosa, perciò il padre, sotto consiglio della vecchia quercia parlante, le costruì una sottana di assi di legno simile ad una botte da farle indossare quando disubbidiva. La principessa divenne una filatrice esperta, di sottane ne filò e indossò venti e diffuse l’arte della tessitura nel suo regno.

Questa è solo una delle affascinanti leggende della tradizione e delle fiabe olandesi che, per curiosità, sto esplorando in questi giorni, purtroppo non in lingua originale, ma tramite la raccolta dello scrittore, viaggiatore e orientalista americano W.E.Griffis.  Lo spunto viene da TALENT NEXT, seconda edizione del concorso per illustratori all’interno del Pisa Book Festival 2012, dedicato quest’anno all’Olanda.

Cosa indica il fiore blu nelle fiabe olandesi?

fiabe olandesi - gatta
Illustrazione da “Dutch Fairy Tales”Cosa indica il fiore blu nelle fiabe olandesi?

Il prezioso fiore blu compare anche nella fiaba Prince Spin Head and Miss Snow White (sbucato anche in questo caso nel punto in cui prima si trovava un’antica quercia magica), in cui esso è il dono d’amore del principe – che a causa di un incantesimo ha le sembianze di un ragno – a Biancaneve. In entrambi i casi, è comunque chiaro che nella cultura e nel folklore dei Paesi Bassi è il simbolo della nascita del paese, storicamente ed economicamente legato all’industria tessile delle Fiandre.

Nessun tulipano invece… strano no!

Un elemento tipico è il riferimento alla vita semplice, contadina e ad eventi ricorrenti ad essa legati come le alluvioni.  In una delle fiabe olandesi, la gattina Dub-belt-je, trascinata via insieme alla sua padroncina addormentata nella culla, la salva miagolando e attirando l’attenzione degli abitanti del villaggio.

fiabe olandesi L’elemento realistico si mescola ovviamente all’elemento fantastico, evocando un mitico passato popolato da elfi, nani, fate e divinità come il dispettoso elfo Stiff detto anche Cresta di Gallo, il cinghiale dalle setole d’oro forgiato dai nani per lo spirito fatato Fro, il dio Stoom discendente del Re del Ghiaccio ecc… E’ evidente l’influsso dell’immaginario mitologico dei paesi di cultura germanica e francofona.

Io ne sono esaltata anche perchè ho scoperto che questo mondo fiabesco e incantato esiste! Sul serio 🙂 Si tratta di Efteling, uno dei parchi a tema più grandi d’Europa, dove si può visitare tra le altre cose, la Foresta Incantata. Efteling ha preso vita nel 1952 dalle meravigliose illustrazioni di Anton Pieck, famoso illustratore olandese, che partecipò alla progettazione del parco. Promemoria per il prossimo viaggio 🙂

Pisa Book Festival 2012

di Daniela Corrado

Come già anticipato in un post precedente dal 23 al 25 novembre si terrà il Pisa Book Festival all’interno del Palazzo dei Congressi di Pisa.
L’occasione è ghiotta sia per gli amanti dei libri, grazie alla presenza di numerosi stand delle più famose case editrici, sia per i traduttori.
Tanti, infatti, gli eventi e i convegni dedicati alla traduzione, tutti ad ingresso libero, specialmente nella giornata di venerdì e sabato.
Vi metto qui in basso il programma dei laboratori e degli appuntamenti riservati ai traduttori, preso dalla pagina Facebook del PBF (che merita di essere visitata!), a cura della traduttrice Ilide Carmignani:

PBF Translation 2012
Programma

Venerdì 23 novembre

ore 11.00-13.00 Saletta Business
Patti chiari: i contratti di traduzione
Daniele Petruccioli (STRADE)
Workshop sul contratto di traduzione editoriale, spiegato attraverso un gioco di ruolo. Dopo una breve introduzione generale, verrà proposto un contratto tipo, ricavato dal collage di una serie di contratti veri. Ai singoli partecipanti verrà chiesto di analizzarlo e di identificare le clausole che vorrebbero modificare. Finita questa prima fase di lavoro individuale, i partecipanti discuteranno in gruppo le correzioni proposte e stabiliranno quali sono le condizioni irrinunciabili e quali quelle su cui si può arrivare a un compromesso.

14.00-16.00 Sala Fermi
La macchina editoriale e il ruolo del traduttore
Martina Testa (Minimum fax)
Il ruolo del traduttore e del revisore all’interno della casa editrice, dalla scelta dei testi alla pubblicazione.

17.00-18.00 Saletta Business
La sfida effimera e la tortuosa bellezza del tradurre per la stampa
Anna Bissanti (AITI)
Tempistiche, difficoltà, consigli e trucchi per affrontare la traduzione giornalistica. L’attimo fuggente e la frenetica ricerca del traducente giusto. L’ardua arte del compromesso e lo strano caso del revisore ansioso… è la stampa, bellezza!

Sabato 24 novembre

ore 10.00 – 11.30 Saletta Business
Come si fa una proposta editoriale
Francesca Casula (Aìsara)
Daniela Di Sora (Voland)
Angelo Molica Franco
Rachele Palmieri (Lotto 49)
Coordina: Ilide Carmignani
A seguire gli editori ascoltano le proposte dei traduttori scout.

ore 11.30 – 13.00 Saletta Business
Mezzo minuto di raccoglimento. Laboratorio sui giochi di parole
Paolo Albani
Le parole sono come degli oggetti, si possono plasmare, manipolare, e con ciò sorprendere il linguaggio nei suoi aspetti più singolari, anomali e divertenti. Nel laboratorio affronteremo alcuni aspetti bizzarri dell’oggetto-parola sperimentando diverse tecniche come quella del lipogramma (scrivere un testo senza una lettera), come ha fatto Georges Perec, o del rebus, muovendo da quelli inventati da Primo Levi, facendo «esercizi di stile» alla Queneau, costruendo parole-valigia o neologissimi sull’esempio di quelli creati da Luigi Malerba, formulando delle permutazioni su un proverbio alla maniera di Toti Scialoja, e altro ancora.

Vi segnalo inoltre il laboratorio di traduzione organizzato da Minimum fax all’interno del Pisa Book Festival nei giorni 21, 22 e 23 novembre (questo prevede un’iscrizione a pagamento), di cui potrete trovare ulteriori notizie al seguente indirizzo: www.minimumfax.com

Importante, all’interno del Festival, è l’appuntamento dedicato allo scouting delle case editrici. Dato l’alto numero di presenze, per partecipare allo scouting è necessario registrarsi.

La scheda di iscrizione deve contenere le seguenti informazioni:

  • Nome e cognome del traduttore
  • Editore richiesto
  • Genere della proposta editoriale
  • Nazionalità dell’autore
  • Lingua originale
  • Sotto diritti / Fuori diritti
  • cv traduttore (500 battute)
  • E-mail
  • Cellulare

Il tutto deve essere inviato a: info@pisabookfestival.it

Mi sembra di avervi detto quasi tutto, a parte -info importantissima- che il paese ospite di quest’anno è l’Olanda!

Io, ovviamente, ci sarò; e -altra certezza- vi toccherà sorbirvi qui sul blog un post dettagliato sugli incontri che seguirò personalmente (e in pratica ho intenzione di piantarmi là con le tende! :D).

In attesa del Pisa Book Festival: 23-24-25 novembre 2012

di Daniela Corrado

Scusate la lunga assenza, ma purtroppo sia Angela che io siamo state occupatissime con il lavoro e i vari impegni di studio.

Ho chiesto ad Angel di scrivere un post sulla seconda prova scritta del TFA, così da aggiornare quelli di voi che siano interessati all’argomento, e ci sta già lavorando. In attesa dell’articolo di Angela, anch’io sono stata impossibilitata ad aggiornare il blog, tutta presa com’ero dalla mia tesi per il Master in Comunicazione dell’Università di Pisa (che ho discusso martedì).

L’oggetto della mia tesi ha riguardato, in parte, l’attuale situazione dei musei universitari pisani su cui, con altre colleghe del master, pubblicheremo fra non molto un saggio in formato ebook con la casa editrice pisana Siska. E qui arrivo al dunque.

Anche Siska editore, come molte altre case editrici, parteciperà al Pisa Book Festival, un evento che si terrà, ovviamente a Pisa, dal 23 al 25 novembre 2012.

Ve ne parlo perché all’interno di questa fiera che coinvolge un gran numero di case editrici, tutte lì con i loro stand per presentare le loro novità editoriali, ci saranno dei seminari e degli incontri dedicati alla scrittura creativa e alla traduzione.

Vi anticipo, anche se il sito non dà ancora la possibilità di scaricare l’elenco completo dei convegni in programma, che ci saranno illustri ospiti e che la giornata dedicata alla traduzione sarà quella del sabato, 24 novembre. Lo scorso anno, in questa occasione, alcune famose case editrici francesi organizzarono addirittura una giornata di scouting per i traduttori; per cui, se avete un progetto editoriale nel cassetto, è giunto il momento di tirarlo fuori e rispolverarlo per l’occasione!

Essendo qui a Pisa, cercherò di reperire ulteriori informazioni e tenervi aggiornati in tempo reale su tutte le novità.

Intanto, se vi va, date un’occhiata al sito web dell’evento così da farvi un’idea più precisa delle case editrici coinvolte e della struttura del festival.

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