di Daniela Corrado
Pisa – Domani, martedì 12 giugno, alle 16.30 nell’Aula Magna di Palazzo Boileau (Facoltà di Lingue e Letterature Straniere), si terrà un incontro sulla poesia indiana con la poetessa Arundhathi Subramaniam. L’evento è organizzato dal Dipartimento di Anglistica e dal Master in Traduzione di Testi Postcoloniali dell‘Università di Pisa. Oggetto del dibattito: “Shakuntala: poesia indiana tra antico e moderno.”
Ma chi è esattamente Arundhathi Subramaniam? Nel 2008 Ottavio Rossani su Il Corriere della Sera definì la sua poesia come “un magico sussurro nel frastuono di Bombay”. Definizione incantevole. Arundhathi è un’artista eclettica: oltre a splendide raccolte di poesie, scrive testi giornalistici, teatrali e di critica artistica e letteraria. Inoltre, è anche un’esperta danzatrice.
Ad accompagnarla domani pomeriggio ci sarà uno dei suoi primi traduttori, Andrea Sirotti, assieme allo studioso di lingua sanscrita Saverio Sani.
In contemporanea alla lettura delle poesie, ad opera di Loredana Foresta, traduttrice e attrice, avverrà anche la recitazione di brani antico-indiani tratti dal poema epico Mahabharata e dal dramma Shakuntala di Kālidāsa.
Gli allievi del Master in Traduzione avranno modo di leggere all’autrice le traduzioni delle sue poesie elaborate nel loro corso di studi. Una cosa magica. Tante lingue, tante culture, tante immagini e tanti suoni si mescoleranno per circa due ore in una piccola aula universitaria (chi ha già visitato l’aula magna di Palazzo Boileau sa che, a dispetto del nome, è una delle aule più piccole della Facoltà).
Amo la cultura indiana. Finalmente un pezzo di Bombay irromperà nella tranquillità dei pomeriggi pisani colorandone l’aria.
Non vedo l’ora.
Una piccola anticipazione:
“Dammi una casa
che non sia mia,
dove possa entrare e uscire dalle stanze
senza lasciare traccia…
Una casa come questo corpo,
così aliena quando provo a farne parte,
così ospitale
quando decido che sono solo in visita.”