Senza scrittori: un documentario sull’editoria italiana

scrittori-precari

di Daniela Corrado

Senza Scrittori è un documentario andato in onda su Rai.tv che affronta il tema della narrativa oggi e, in modo particolare, dei rapporti tra scrittori, editor e case editrici.

Attraverso l’analisi del sistema e del mondo dell’editoria odierna, della distribuzione, delle librerie, ecc. questo documentario vuole lanciare una provocazione forte e spingerci a riflettere su alcune questioni impellenti: che cos’è “letteratura”, e che cos’è “letterarietà” oggi? Fino a che punto i libri che scalano le classifiche e che si vendono nelle librerie rappresentano il mondo degli scrittori italiani?

Il sistema editoriale è, purtroppo, intriso di cinismo. Ciò è dovuto al fatto che i libri che “non si vendono” e che non hanno mercato non sono buoni libri. Quindi il compito della casa editrice è vendere o proporre cultura? Lascio a voi la risposta…

La regia del documentario è di Andrea Cortellessa e Luca Archibugi, qui sotto il link per vederlo:

Senza scrittori: un documentario sull’editoria italiana di Rai.tv

Pisa Book Festival 2012

di Daniela Corrado

Come già anticipato in un post precedente dal 23 al 25 novembre si terrà il Pisa Book Festival all’interno del Palazzo dei Congressi di Pisa.
L’occasione è ghiotta sia per gli amanti dei libri, grazie alla presenza di numerosi stand delle più famose case editrici, sia per i traduttori.
Tanti, infatti, gli eventi e i convegni dedicati alla traduzione, tutti ad ingresso libero, specialmente nella giornata di venerdì e sabato.
Vi metto qui in basso il programma dei laboratori e degli appuntamenti riservati ai traduttori, preso dalla pagina Facebook del PBF (che merita di essere visitata!), a cura della traduttrice Ilide Carmignani:

PBF Translation 2012
Programma

Venerdì 23 novembre

ore 11.00-13.00 Saletta Business
Patti chiari: i contratti di traduzione
Daniele Petruccioli (STRADE)
Workshop sul contratto di traduzione editoriale, spiegato attraverso un gioco di ruolo. Dopo una breve introduzione generale, verrà proposto un contratto tipo, ricavato dal collage di una serie di contratti veri. Ai singoli partecipanti verrà chiesto di analizzarlo e di identificare le clausole che vorrebbero modificare. Finita questa prima fase di lavoro individuale, i partecipanti discuteranno in gruppo le correzioni proposte e stabiliranno quali sono le condizioni irrinunciabili e quali quelle su cui si può arrivare a un compromesso.

14.00-16.00 Sala Fermi
La macchina editoriale e il ruolo del traduttore
Martina Testa (Minimum fax)
Il ruolo del traduttore e del revisore all’interno della casa editrice, dalla scelta dei testi alla pubblicazione.

17.00-18.00 Saletta Business
La sfida effimera e la tortuosa bellezza del tradurre per la stampa
Anna Bissanti (AITI)
Tempistiche, difficoltà, consigli e trucchi per affrontare la traduzione giornalistica. L’attimo fuggente e la frenetica ricerca del traducente giusto. L’ardua arte del compromesso e lo strano caso del revisore ansioso… è la stampa, bellezza!

Sabato 24 novembre

ore 10.00 – 11.30 Saletta Business
Come si fa una proposta editoriale
Francesca Casula (Aìsara)
Daniela Di Sora (Voland)
Angelo Molica Franco
Rachele Palmieri (Lotto 49)
Coordina: Ilide Carmignani
A seguire gli editori ascoltano le proposte dei traduttori scout.

ore 11.30 – 13.00 Saletta Business
Mezzo minuto di raccoglimento. Laboratorio sui giochi di parole
Paolo Albani
Le parole sono come degli oggetti, si possono plasmare, manipolare, e con ciò sorprendere il linguaggio nei suoi aspetti più singolari, anomali e divertenti. Nel laboratorio affronteremo alcuni aspetti bizzarri dell’oggetto-parola sperimentando diverse tecniche come quella del lipogramma (scrivere un testo senza una lettera), come ha fatto Georges Perec, o del rebus, muovendo da quelli inventati da Primo Levi, facendo «esercizi di stile» alla Queneau, costruendo parole-valigia o neologissimi sull’esempio di quelli creati da Luigi Malerba, formulando delle permutazioni su un proverbio alla maniera di Toti Scialoja, e altro ancora.

Vi segnalo inoltre il laboratorio di traduzione organizzato da Minimum fax all’interno del Pisa Book Festival nei giorni 21, 22 e 23 novembre (questo prevede un’iscrizione a pagamento), di cui potrete trovare ulteriori notizie al seguente indirizzo: www.minimumfax.com

Importante, all’interno del Festival, è l’appuntamento dedicato allo scouting delle case editrici. Dato l’alto numero di presenze, per partecipare allo scouting è necessario registrarsi.

La scheda di iscrizione deve contenere le seguenti informazioni:

  • Nome e cognome del traduttore
  • Editore richiesto
  • Genere della proposta editoriale
  • Nazionalità dell’autore
  • Lingua originale
  • Sotto diritti / Fuori diritti
  • cv traduttore (500 battute)
  • E-mail
  • Cellulare

Il tutto deve essere inviato a: info@pisabookfestival.it

Mi sembra di avervi detto quasi tutto, a parte -info importantissima- che il paese ospite di quest’anno è l’Olanda!

Io, ovviamente, ci sarò; e -altra certezza- vi toccherà sorbirvi qui sul blog un post dettagliato sugli incontri che seguirò personalmente (e in pratica ho intenzione di piantarmi là con le tende! :D).

Quando il compenso di un traduttore era 1000 lire

di Angela Di Giorno

Google per l’anniversario della pubblicazione di Moby Dick (18 ottobre 1851)

Sono passati 161 anni dalla pubblicazione di Moby Dick di Herman Melville, capolavoro della letteratura americana al pari di La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne (1850), La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher Stowe (1852) e Foglie d’erba di Walt Whitman (1855), tutte opere coeve e appartenenti al cosiddetto American Romanticism.

compenso di un traduttore
Cesare Pavese

La prima traduzione in italiano di Moby Dick risale al 1932 ed è di Cesare Pavese. Nel 1930 Pavese si era laureato alla Facoltà di Lettere di Torino con una tesi “Sulla interpretazione della poesia di Walt Whitman” e subito dopo aveva iniziato l’attività di traduttore e insegnante di inglese per guadagnarsi da vivere. Per la traduzione del romanzo di Melville ricevette il compenso di 1000 lire.

A quanto corrisponde rispetto al compenso di un traduttore ai giorni nostri?

Ad un primo impatto il dettaglio mi ha impressionato, sebbene la cosa vada contestualizzata. E’ molto difficile fare un paragone con il compenso di un traduttore ai nostri giorni e stabilire che cifra fosse in quegli anni. Considerando che erano gli anni in cui Gilberto Mazzi cantava “Se potessi avere mille lire al mese“, forse corrispondevano ad uno stipendio mensile. Bisogna poi tenere presente che la legge sul diritto d’autore per le traduzioni letterarie (Legge n. 633, 22 aprile 1941) non esisteva ancora.

Compenso di un traduttore
La prima edizione di “Moby Dick o La balena” tradotta da Pavese

Gli anni ’30 sono stati molto prolifici dal punto di vista delle traduzioni: Pavese traduce A Portrait of the Artist as a Young Man di Joyce nel 1933 e Dedalus nel 1934, negli anni seguenti Moll Flanders di Defoe e David Copperfield di DickensElio Vittorini traduce Faulkner, Poe e Lawrence per Einaudi; e Lorenzo Gigli ci regala le versioni italiane di Huxley, Lewis, Priestly. La lista è ancora più lunga e ognuno meriterebbe un capitolo a parte (mi ripropongo di scrivere qualche altro post sull’argomento). La cosa che li accomuna è che fare questo mestiere in quel periodo storico comportava molte difficoltà.

I traduttori, e letterati in generale, svolgevano in gran parte il delicato ruolo culturale di reazione al fascismo e, per questo, si scontravano spesso con la censura del regime, che non vedeva di buon occhio la diffusione della narrativa americana considerata troppo “liberale”.  Scrittori del calibro di Pavese, Gadda e Vittorini guardano alla cultura anglofona e americana con interesse non solo letterario, con lo scopo di aprire il panorama culturale italiano alla modernità e ispirare la letteratura con temi di respiro più internazionale, ma anche politico-ideologico.

Tornando a Pavese, ecco come la pensava al riguardo:

Verso il 1930, quando il fascismo cominciava a essere ‘la speranza del mondo’, accadde ad alcuni giovani italiani di scoprire nei suoi libri l’America, una America pensosa e barbarica, felice e rissosa, dissoluta, feconda, greve di tutto il passato del mondo, e insieme giovane, innocente. Per qualche anno questi giovani lessero tradussero e scrissero con una gioia di scoperta e di rivolta che indignò la cultura ufficiale, ma il successo fu tanto che costrinse il regime a tollerare, per salvare la faccia. […] Il regime tollerò a denti stretti, e stava intanto sulla breccia, sempre pronto a profittare di un passo falso, di una pagina più cruda, d’una bestemmia più diretta, per pigliarci sul fatto e menare la botta. Menò qualche botta, ma senza concludere. Il sapore di scandalo e di facile eresia che avvolgeva i nuovi libri e i loro argomenti, il furore di rivolta e di sincerità che anche i più sventati sentivano pulsare in quelle pagine tradotte, riuscirono irresistibili a un pubblico non ancora del tutto intontito dal conformismo e dall’accademia. […] Per molta gente l’incontro con Caldwell, Steinbeck, Saroyan, e perfino col vecchio Lewis, aperse il primo spiraglio di libertà, il primo sospetto che non tutto nella cultura del mondo finisse coi fasci.

Quando tradurre significava provare a combattere il conformismo e aspirare a togliere i limiti alla cultura. Quando il compenso di un traduttore era 1000 lire.

In attesa del Pisa Book Festival: 23-24-25 novembre 2012

di Daniela Corrado

Scusate la lunga assenza, ma purtroppo sia Angela che io siamo state occupatissime con il lavoro e i vari impegni di studio.

Ho chiesto ad Angel di scrivere un post sulla seconda prova scritta del TFA, così da aggiornare quelli di voi che siano interessati all’argomento, e ci sta già lavorando. In attesa dell’articolo di Angela, anch’io sono stata impossibilitata ad aggiornare il blog, tutta presa com’ero dalla mia tesi per il Master in Comunicazione dell’Università di Pisa (che ho discusso martedì).

L’oggetto della mia tesi ha riguardato, in parte, l’attuale situazione dei musei universitari pisani su cui, con altre colleghe del master, pubblicheremo fra non molto un saggio in formato ebook con la casa editrice pisana Siska. E qui arrivo al dunque.

Anche Siska editore, come molte altre case editrici, parteciperà al Pisa Book Festival, un evento che si terrà, ovviamente a Pisa, dal 23 al 25 novembre 2012.

Ve ne parlo perché all’interno di questa fiera che coinvolge un gran numero di case editrici, tutte lì con i loro stand per presentare le loro novità editoriali, ci saranno dei seminari e degli incontri dedicati alla scrittura creativa e alla traduzione.

Vi anticipo, anche se il sito non dà ancora la possibilità di scaricare l’elenco completo dei convegni in programma, che ci saranno illustri ospiti e che la giornata dedicata alla traduzione sarà quella del sabato, 24 novembre. Lo scorso anno, in questa occasione, alcune famose case editrici francesi organizzarono addirittura una giornata di scouting per i traduttori; per cui, se avete un progetto editoriale nel cassetto, è giunto il momento di tirarlo fuori e rispolverarlo per l’occasione!

Essendo qui a Pisa, cercherò di reperire ulteriori informazioni e tenervi aggiornati in tempo reale su tutte le novità.

Intanto, se vi va, date un’occhiata al sito web dell’evento così da farvi un’idea più precisa delle case editrici coinvolte e della struttura del festival.

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