False friends: gli errori tipici della “pigrizia” linguistica

di Angela Di Giorno

Non è facile individuarli. Meglio sarebbe non incontrarli mai. Hanno un’apparenza ingannevole: la sostanza è diversa. Serve tempo ed esperienza prima di capire che di loro non ti puoi fidare. Spesso è tardi, ti hanno già fatto del male… Ti senti tradito, soffri e ti arrabbi con te stesso, perché se solo fossi stato più attento avresti potuto interpretare correttamente la loro natura.

Sono i false friends o “falsi amici”… non quelli della vita reale! Quelli che ti fanno scambiare uno struzzo (En. ostrich) per un’ostrica, una persona sensibile (En. sensitive) per un paragnosta, un avaro (En. miser) per un misero, un cetriolo (En. cucumber) per un cocomero, una città (Fr. ville) per una villa, una macchia (Fr. tache) per una tasca e così via.

false friends

“Mamma, quello, quello, quello… per favore” 

La scritta sul cartellone pubblicitario è in olandese e non in inglese!!!

La definizione dei false friends in linguistica è lemmi o frasi di una lingua che, nonostante abbiano una rilevante somiglianza morfologica e fonetica con parole di un’altra lingua, hanno un significato diverso. Sono comuni tra lingue appartenenti alla stessa famiglia linguistica, oppure tra lingue vicine in termini geografici e quindi più inclini a fenomeni di “prestito” o “contaminazione”.

Quest’ultimo è l’esempio dell’inglese che, per ragioni storiche (a partire dall’arrivo dei monaci cristiani nel V-VI sec. fino alla conquista dei Normanni nel 1066), ha visto l’affiancarsi di nuove parole neolatine al substrato di origine germanica. Le coppie di parole con lo stesso significato, per effetto del principio di economia linguistica, si distinsero con il tempo dando origine a false friends. Ad es. alla parola pig di origine anglosassone si aggiunse la parola franco-normanna porc. Solo la prima ha mantenuto il significato di maiale come animale, mentre la seconda ha assunto quello più ristretto di carne di maiale, creando così il false friend pork.

False friends ed errori di traduzione

I falsi amici (in inglese false friends, in francese faux amis) rendono innanzitutto più complesso l’apprendimento di una lingua e più insidioso il lavoro del traduttore. A chi non è mai capitato all’inizio dello studio dell’inglese di identificare i parents (genitori) con i parenti? I risultati possono essere esilaranti nelle aule di scuola… Sono meno divertenti, anzi piuttosto sconvenienti e imbarazzanti, i possibili errori di traduzione, soprattutto se consideriamo settori tecnici o formali, per non parlare di quelli giuridici.

Purtroppo anche i più bravi possono incappare nel tranello. La cosa da fare è mantenere sempre attiva la mente, nonostante certi meccanismi di automatismo della traduzione e, soprattutto, vincere la pigrizia! Consultare i dizionari non è una perdita di tempo se può evitare di commettere grossolani errori.

Alcuni glossari di false friends sono tra l’altro facilmente reperibili sul web.

Ecco qualche utile link:

http://gandalf.it/ambigui.pdf

http://pagina1.altervista.org/falsi_amici_pag.html#cont7

http://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Traduzioni/Glossario_dei_falsi_amici_della_lingua_inglese

http://it.wikipedia.org/wiki/Aiuto:Traduzioni/Glossario_dei_falsi_amici_della_lingua

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