Hashtag per traduttori: prontuario per colleghi e clienti

hashtag traduttori traduzioni

Chi non sa cos’è un hashtag? È un tag che serve a etichettare delle parole o stringhe di parole concatenate (es. #robadatraduttori). Usatissimi su Twitter, negli ultimi anni gli hashtag si sono diffusi un po’ su tutti i social network (Facebook, Instagram, Pinterest, ecc.).

Si riconoscono perché preceduti dal simbolo (#) cancelletto e la loro utilità è quella di raggruppare le conversazioni su uno stesso tema in un feed; in altre parole, gli hashtag ci aiutano a trovare facilmente e in tempo reale le persone che parlano di un argomento specifico sui social network.

Ci sono degli hashtag popolari che fanno davvero tendenza, altri invece sono usati solo dagli addetti ai lavori. In pratica, il loro uso si è così evoluto da diventare in alcuni casi addirittura settoriale!

Risorse per le PMI e i lavoratori autonomi: programmi di contabilità in italiano gratuiti o quasi

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Che tu sia il titolare di una piccola azienda, un traduttore, un freelance o altro lavoratore autonomo con o senza l’obbligo di tenuta delle scritture contabili, un programma gestionale in grado di registrare e tenere in ordine la contabilità può semplificarti la vita e farti risparmiare tempo.

Abbiamo selezionato tre programmi di contabilità gratuiti in italiano, o quasi del tutto gratuiti: Phasis, Easyfatt e Yuza Open Erp.

Vediamo in dettaglio le loro funzioni e in cosa potrebbero esserti utili.

Phasis è un gestionale libero, gratuito nella sua versione base, di utilizzo intuitivo e completamente open source. Gira su tutti i principali sistemi operativi ed è leggerissimo (10 Mbyte). Le sue funzioni vanno dalla contabilità di base (gestione dello scadenzario, estratto conto per singolo cliente, procedura per la registrazione della classica prima nota, ecc.) alla completa gestione di ordini, vendite, acquisti e magazzino (anagrafica clienti, articoli e fornitori, emissione DDT e fatture dagli ordini clienti, inventario in tempo reale, carico e scarico merce, ecc.). In caso di problemi di utilizzo o di installazione del software è possibile ricevere assistenza gratuita tramite una community, oppure assistenza professionale chiamando degli operatori qualificati (trovate tutte le indicazioni sul sito web). Come tutte le applicazioni open source è possibile contribuire direttamente allo sviluppo del software.

Easyfatt prodotto dalla software house italiana Danea (Padova). Questo software di fatturazione ha un costo davvero contenuto (100 euro). Oltre alle funzioni sopra descritte, Easyfatt consente una maggiore personalizzazione delle fatture e della gestione documentale. Tra i suoi punti di forza c’è la possibilità di collegarlo all’home banking, risparmiando il tempo della compilazione dei moduli di invio e richiesta di pagamenti. È possibile anche collegarlo al commercialista e inviare un pacco di fatture con un semplice click. Per vedere tutte le funzioni del software in dettaglio, rimandiamo al sito di Danea. Anche loro forniscono un servizio tecnico di supporto “a cinque stelle”.

Last but not least, c’è Yuza Open Erp. Le sue funzioni sono del tutto simili ai software sopra elencati e, anche in questo caso, sono gratuite solo le versioni “express” o “small business”. Unica pecca: è pensato principalmente per chi usa Windows. Sul loro sito però, si informa che a breve forniranno un nuovo installer che dovrebbe risolvere i problemi di compatibilità con altri sistemi operativi.

A lezione di inglese: 15 sorprendenti false friends

lezione di inglese - false friends

di Angela Di Giorno

Questa lezione di inglese è rivolta a chi, pur non sapendolo, si è trovato di fronte a questi insidiosi nemici: i false friends. Sono purtroppo molto comuni perciò, se volete evitare brutte figure, ecco una lista di 15 parole inglesi che non sono quel che sembrano.

1. Actual: è un errore molto diffuso tradurre questo aggettivo letteralmente con ‘attuale’, quando invece significa ‘reale, effettivo’. Allo stesso modo, la traduzione dell’avverbio actually non è ‘attualmente’ ma ‘realmente’. Il significato temporale di ‘attuale/attualmente’ è espresso in inglese dalle parole current/currently.

2. Sensible: qui il calco è una tentazione forte, si tende spontaneamente ad associarlo al nostro ‘sensibile’. In inglese, però, l’aggettivo ha il significato di  ‘ragionevole, giudizioso’. Chi invece è incline alla sensibilità è sensitive.

3. Advise (to) : è ‘consigliare’ e non ‘avvisare’ (in inglese to warn). Attenzione anche al sostantivo, il quale fa parte dei non-countable nouns, perciò per dire ‘un consiglio’ bisogna usare l’espressione a piece of advice.

4. Argument: non è ‘argomento’ (che in inglese corrisponde invece a subject o issue) ma ‘discussione, litigio’.

5. Realise (to): significa ‘rendersi conto di, accorgersi’ ma non ‘realizzare’.

6. Quiet: mi è capitato spesso di usare la frase  ‘Be quiet, please!‘ con gli alunni. Nel 90% dei casi mi rispondono che sono già quieti, continuando a parlare tutti insieme e ad alta voce, non cogliendo che gli sto chiedendo di essere ‘silenziosi’ e non calm o still!

7. Present: è sinonimo di gift ossia ‘regalo’.

8. Accident: non si tratta di un ‘accidente’  inteso nel senso generico di evento casuale inaspettato, ma di un ‘incidente’ nel senso di incidente stradale o domestico.

9. Rest (to): il verbo in inglese significa ‘riposare’, da non confondere con to stay che corrisponde a ‘restare’.

10. Annoying: è definito così qualcosa o qualcuno che provoca fastidio, quindi non ha a che fare con la noia. Il termine corrispondente a ‘noioso’ in inglese è boring.

 11. Library: anche in questo caso capita facilmente di cadere nell’automatismo di tradurre ‘libreria’, anche se è abbastanza noto che si tratta di ‘biblioteca’. La libreria è il bookshop o bookstore.

12. Compass: è sempre uno strumento di misurazione, non il ‘compasso’ (in inglese compasses) ma la ‘bussola’.

13. Casualty: non corrisponde all’italiano ‘casualità’ (in inglese chance, fortuity). Significa invece ‘vittima’, nel senso di persona ferita o uccisa nel corso di un evento drammatico come una guerra o una catastrofe.

14. Lentils: per tradizione si mangiano a capodanno! Sono le ‘lenticchie’ e non le ‘lentine’ per correggere i difetti della vista (in inglese lenses).

15. Factory: non immaginate pecorelle e covoni di paglia, piuttosto un edificio grigio e emissioni di fumo inquinante! Si tratta, infatti, di una ‘fabbrica’ e non di una ‘fattoria’. La parola inglese fabric, tra l’altro, è un altro false friend perché significa ‘tessuto, stoffa’!

Ovviamente, la lista potrebbe continuare. Se siete rimasti sorpresi dopo questa breve, e non esaustiva, lezione di inglese sulle insidie dei false friends e volete saperne di più, potete leggere questo articolo di approfondimento.

Come scegliere il Cms giusto?

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Daniela Corrado

Nell’articolo Cms: come creare siti web senza conoscere i linguaggi di programmazione, pro e contro abbiamo parlato di CMS elencando alcune delle loro caratteristiche di base e chiarendone l’uso, così da poter capire se fanno o meno al caso nostro. Ma come orientarsi nella giungla dei content management system? Come scegliere quello giusto?

I siti di aiuto alla scelta dei CMS sono davvero molti. Ne ho selezionato qualcuno per voi. Quello che preferisco è opensourcecms.com perché consente all’utente di testare molti cms diversi in versione demo. Inoltre, assieme a una descrizione abbastanza completa delle varie caratteristiche di ogni applicazione, se siete in difficoltà, il sito vi offre anche dei pratici tutorial.

Un altro sito pieno di risorse sui cms è cmsreview.com. Di questo sito mi piace la sezione Fifteen Steps to Select a Content Management System che suggerisce 15 mosse vincenti per scegliere consapevolmente un cms. Alcuni di questi suggerimenti vengono poi ripresi e approfonditi nella sezione Best practices, davvero piena di risorse e tool di ogni genere.

Last but not least, segnalo anche cmsmatrix.org, dedicato al confronto tra i vari cms. All’interno di questo sito troverete una lista molto estesa di cms, per cui c’è veramente l’imbarazzo della scelta. Date un’occhiata alla sezione link perché contiene risorse in grado di fornire informazioni che vanno dal generale particolare: caratteristiche dei cms, risorse di design, review di applicazioni sia open source che a pagamento e chi più ne ha più ne metta!

Speriamo con questo articolo di avervi fornito un po’ di risorse per orientarvi meglio nel vasto mondo del content management system. Buon cms a tutti 😉

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