Perché l’inglese non si pronuncia com’è scritto? Perché una lettera non si legge anche se c’è? Come faccio a capire quando l’acca è aspirata e quando no? Quante volte gli studenti mi pongono queste domande! Ecco che ho pensato di scrivere un post per provare, se possibile, ad alleggerire la frustrazione degli “aspiranti anglofoni”, spesso alle prese con l’eterna lotta contro lo spelling e le regole di pronuncia inglese.
Ma esistono delle regole di pronuncia inglese?
Partiamo dalle brutte notizie: non ci sono delle vere e proprie regole di pronuncia inglese, o meglio non esistono regole universali e definitive, ma alcune ricorrenze e molte eccezioni. Rassegniamoci al fatto che in inglese ci sono dei suoni che in italiano non esistono. Un esempio classico è il “th” (nella versione sonora /ð/ e sorda /θ/) a cui i nostri denti, lingue e palati non sono avvezzi, e per il quale ci ritroviamo spesso a sputacchiare sul nostro interlocutore o a balbettare maldestramente versi improbabili.
Un’altra difficoltà è che spesso uno stesso fonema può corrispondere a molti diversi grafemi. Alle 5 vocali dell’alfabeto inglese (a, e, i, o, u), che graficamente sembrano essere del tutto uguali alle nostre, in realtà corrispondono 12 possibili suoni diversi! Ad esempio, entrambi i gruppi vocalici nelle parole piece e peace corrispondono al fonema /i:/ e, dunque, le due parole hanno identica pronuncia [pi:s]. Guardate le pronunce tutte diverse della vocale “a” in queste parole: man (uomo) = [mæn], calm (calmo) = [kɑ:m], table (tavolo) = [‘teıbl], also (anche) = [‘ɔ:lsəʊ], address (indirizzo) = [ə’dres]. Il colpo di grazia è dato poi dal fatto che, in alcuni casi, vocali e consonanti non si pronunciano affatto.