Una traduttrice negli anni ’30: Lucia Morpurgo Rodocanachi

Lucia Rodocanachi - traduttrice negli anni '30
Foto da www.oblique.it

Sono gli anni ’30. In Italia, il dibattito sulla traduzione della letteratura straniera è molto acceso e si colora di implicazioni ideologiche e politiche sotto il Fascismo. Sono gli anni in cui nasce in Italia l’industria delle traduzioni e il compenso di un traduttore è 1000 lire (cifra guadagnata da Pavese per la traduzione di Moby Dick l’anno precedente).

L’Italia traduce più opere straniere di qualsiasi altro paese; al contrario, sono pochissimi gli autori italiani tradotti all’estero. Sono gli anni in cui l’esterofilia è ancora tollerata ma comincia a non essere ben vista dal regime. L’uso di anglicismi, francesismi e germanismi comincia ad essere criticato e viene definito “incosciente servilismo“. Il divieto dell’uso di parole straniere diventerà legge nel 1940.

Cosa significava essere una traduttrice negli anni ’30? Questa lettera è l’inizio della storia della “gentile signora” delle traduzioni.

“Vittorini deve consegnare fra non molto il St. Mawr di Lawrence a Mondadori, con l’appendice di un’altra novella. In tutto 300 pagine, delle quali ha fatto 150; altre 150, tutte di St. Mawr, restano da farsi, e il tempo stringe. Accetterebbe di farle lei, solo letteralmente, a tamburo battente? […] Per questo lavoro Vittorini le darebbe solo 500 lire (da riceversi presto: fra un paio di mesi), dato che lo pagano ancora poco, ma in seguito le darebbe (se fanno altri lavori, come Mondadori vuole) anche 1.000, cioè più della metà. Naturalmente l’accordo dovrà restare segreto”.

Eugenio Montale, lettera a Lucia Rodocanachi, 9 giugno 1933

Lucia o la “gentile signora”

È tra le parole, nelle pagine dei romanzi che divorava, nelle lettere agli amici poeti e scrittori che aleggia e prende forma la figura misteriosa della “gentile signora”.

Lucia Morpurgo Rodocanachi, triestina di origine, diploma da maestra, aveva sposato il pittore greco Paolo Rodocanachi. Insieme avevano dato vita nella loro casa di Arenzano, in Liguria, ad un salotto artistico letterario frequentato da intellettuali e scrittori tra i quali Eugenio Montale, Camillo Sbarbaro, Elio Vittorini, Carlo Bo e Carlo Emilio Gadda. In questo salotto si parla di opere di narrativa straniera in un periodo in cui la censura fascista sta prendendo forma. Lucia conosce e parla molte lingue. È lei la “gentile signora” (come usava chiamarla Gadda).

La “negra sconosciuta” ossia una traduttrice negli anni’30

Lucia Rodocanachi - traduttrice negli anni '30
Foto da www.oblique.it

Lucia, appassionata ed esperta di letteratura straniera, intrattiene fitti rapporti epistolari con molti letterati. La proposta di Montale le fornisce l’opportunità di rompere la monotonia della vita provinciale e soddisfare la sua passione intellettuale. Inizia così la carriera della négresse inconnue, come usava chiamarla Montale, ossia di traduttrice nascosta per gli illustri amici committenti (principalmente Montale e Vittorini) che faticavano a rispettare i tempi di consegna degli editori.

Lucia non si limita a tradurre “solo letteralmente”: spesso corregge ed esegue la traduzione completa di interi lavori, prepara proposte di traduzione di romanzi stranieri, da lei letti in lingua originale e sconosciuti in Italia, che poi altri sottopongono agli editori. Il suo nome non compare mai e, anzi, fa parte dell’accordo mantenere il segreto e rimanere nell’ombra. I compensi sono bassi e arrivano spesso in ritardo.

La prima traduzione pubblicata con il nome di Lucia Rodocanachi è del 1943. Il traduttore Alberto Pescetto nel 1970 la definiva «la traduttrice perfetta, una delle regine della traduzione, se non la regina assoluta…». È solo a partire dagli anni ’90 che alla “gentile signora” è stato dato maggiore rilievo. Nel 2001 la Biblioteca dell’Università di Genova ha creato il Fondo Morpurgo Rodocanachi, un vasto archivio che raccoglie gli scambi epistolari intrecciati dalla traduttrice negli anni ’30, consultabile su Carte d’autore online. A lei è inoltre intitolato il Premio di Poesia Città di Arenzano.

Se vi abbiamo incuriosito, qui sotto trovate alcuni link di approfondimento:

Autore: Angela Di Giorno

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