Comunicazione, storytelling e turismo: conosciamo Barbara Maria Fantelli

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Oggi intervistiamo la freelance Barbara Maria Fantelli, consulente di marketing per le aziende del settore turistico (hotel, B&B, DMC, enti pubblici dediti alla promozione del territorio, ecc.). Un lavoro affascinante che richiede competenze trasversali ed è fortemente legato al mondo della comunicazione e delle lingue straniere.

Ho conosciuto Barbara ormai qualche anno fa, in occasione di un corso di Meeting Industry Management e da allora abbiamo avuto modo di collaborare insieme professionalmente e umanamente su diversi progetti.

In questa intervista, Barbara ci parlerà di quanto è importante affidarsi a un professionista, conoscere almeno una lingua straniera, aggiornarsi costantemente, saper ascoltare e interpretare ciò che ci circonda per lavorare in questo settore. Buona lettura!

Ci spieghi brevemente di cosa si occupa un consulente di marketing? In cosa consiste il tuo lavoro?

Il mio lavoro è fornire ai miei clienti (PMI, liberi professionisti, enti pubblici, consorzi o reti di imprese) informazioni e strumenti utili per migliorare la propria attività in ambito marketing e comunicazione per elaborare insieme progetti di sviluppo (anche commerciale) e individuare le opportunità di business da cogliere e sfruttare in modo strategico.

Il mio metodo consiste nell’analizzare il cliente e la sua situazione, osservarlo da un punto di vista diverso, per poi suggerire e implementare azioni concrete per valorizzare i suoi punti di forza, i suoi prodotti e servizi.

 

Per sintetizzare il mio personale modo di progettare ho chiamato la mia attività BSide Projects: BSide significa cercare il lato B delle cose, analizzare e cercare dietro l’immagine di facciata (di ogni prodotto o servizio, azienda, professionista, territorio o destinazione turistica e così via…), per far emergere le identità e le storie interessanti da comunicare, per  condividere e promuovere quindi in modo costruttivo e con obiettivi specifici.

Sappiamo che hai attraversato un “periodo londinese”: cosa ti ricordi di questa esperienza all’estero e quali sono state le motivazioni che ti hanno spinta a vivere per un periodo a Londra?

E’ stato un periodo di crescita personale innanzitutto, utilissimo per capire cosa volevo fare nella mia vita professionale. A 18 anni, dopo il diploma, ero ancora indecisa su quale percorso universitario seguire, così mi sono presa un anno sabbatico che ho voluto dedicare allo studio dell’inglese, sapendo che sarebbe stato importante per il mio futuro, qualsiasi scelta avessi fatto. Ho così vissuto per 11 mesi a Londra dove ho lavorato e studiato contemporaneamente.

 

A Londra ho superato l’esame di lingua First Certificate di Cambridge e soprattutto ho avuto modo di capire tre cose: conoscere l’inglese ti permette di comunicare con tutto il mondo, di ampliare il bagaglio di esperienze e conoscenze e di aprire diverse porte in ambito lavorativo. Ancora oggi, nonostante sia passato così tanto tempo, godo i frutti di questa scelta. Inoltre cerco di mantenere viva la conoscenza della lingua usandola sul campo per lavoro o seguendo periodicamente corsi di aggiornamento e di specializzazione.

Raccontare il turismo e i territori non è cosa da poco. Hai dei consigli da dare ai freelance (community manager, copywriter, social media marketer, traduttori, interpreti, grafici, blogger, ecc.) o alle aziende del settore turistico su come impostare una comunicazione efficace?

Il mio consiglio è innanzitutto di raccontare e prendersi la responsabilità di farlo. Spesso le piccole aziende o i piccoli territori non comunicano (non hanno un sito web o un blog o nemmeno una pagina facebook) perdendo occasioni importanti o addirittura rischiando di non sapere cosa pensa il mondo esterno nei loro confronti.

 

Questo non significa che si debba comunicare a tutti i costi per esserci, e quindi fare tutto in modo autodidatta e “a costo zero” rischiando di perdere del tempo inutilmente con scarsi risultati. E’ oggi più che mai necessario anche per le micro imprese o i singoli territori affidarsi a dei professionisti, nella giusta misura e secondo le proprie possibilità: la comunicazione è un investimento e non un costo fine a sé stesso e l’attività di storytelling (racconto) della propria attività (sia essa un B&B o un agriturismo o un piccolo hotel) o della specifica destinazione turistica, è un’attività che richiede tempo, cura del dettaglio e conoscenza delle tecniche di scrittura efficace.

 

La comunicazione inoltre parte dall’analisi marketing dei punti di forza e di debolezza, da un periodo propedeutico di valutazione interna ed esterna, di studio e analisi della propria offerta in modo obiettivo e sincero, che permetta di fare una scelta ponderata dei contenuti e dei canali su cui veicolare il mix strategico di messaggi realmente utili e coerenti con la storia aziendale/territorio.

 

Raccontare con metodo storie interessanti per il pubblico e utili a promuoversi in modo strategico è possibile. Ogni territorio, ogni piccola azienda e ogni persona ci racconta qualcosa di speciale, e ogni storia ha il suo valore: per me questa è la chiave di lettura della vita, professionale e non. 

 Autore: Daniela Corrado

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