Se dico Russia, cosa ti viene in mente? La cultura russa raccontata da una madrelingua russa che vive in Italia

Traduttrice madrelingua russa parla della cultura russa sul blog Help TraduzioniCosa conosciamo davvero sulla cultura russa? Tra stereotipi e verità c’è sempre una distanza enorme. Ad esempio, se dico Russia, cosa ti viene in mente? Dopo aver preso come cavie amici e conoscenti, le risposte più gettonate che ho ottenuto sono state: Putin, sanzioni, Ucraina, Cremlino, vodka, freddo e belle donne. Ma la Russia è davvero solo questo? Per avvicinarmi meglio alla cultura russa e al russo, ho pensato di chiedere aiuto all’amica e collega traduttrice Nataliya Valentyr; che, in questa intervista, ci racconta la cultura russa (e la lingua russa), da un punto di vista italiano (ed europeo)…

Facciamo un gioco: scegli tre parole che secondo te descrivono la cultura russa

Pensando alla cultura russa, la prima parola che mi viene in mente è TRADIZIONE, nel senso di fedeltà ai valori tradizionali e alla nozione di famiglia. In Russia la tradizione è importantissima perché c’è un forte senso di appartenenza etnica e il rispetto dei costumi del proprio popolo è davvero un elemento fondamentale da cui non si può prescindere. Poi mi viene in mente STORIA. Il nostro è un popolo con un grande bagaglio storico e culturale, erede di un immenso patrimonio letterario, talvolta (ahimé) molto poco conosciuto. La terza e ultima parola è DIVERSITA’. La Russia, infatti, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, è un grande paese dove sono presenti molte etnie (nelle diverse repubbliche che fanno parte della Federazione Russa), ne consegue una grande ricchezza di tradizioni e di comportamenti locali. Oltre a elementi autoctoni, la cultura russa fonde al suo interno valori europei e asiatici.

 

Cosa si può dire sulla lingua russa, dal punto di vista di una madrelingua russa che ha imparato l’italiano? Quali sono le difficoltà e/o le principali differenze fra queste due lingue? Quali, se ce ne sono, i punti di contatto?

Tra il russo e l’italiano esistono molte divergenze. Oltre alle cose comunemente note, come gli alfabeti diversi e l’appartenenza a famiglie linguistiche differenti, non bisogna sottovalutare la questione dei casi: il russo ne conta sei, e rappresenta una lingua esplicitamente sintetica, mentre l’italiano ha i tratti di una lingua più analitica e il ruolo dei casi in italiano viene svolto dalle preposizioni. Ovviamente, il tema dei casi in russo è molto complesso. Come madrelingua russa, per me è stato abbastanza difficile percepire tutte le sfumature dei verbi italiani. Lo stesso discorso vale per gli articoli che rappresentano un altro elemento complesso della grammatica italiana (e che in russo sono del tutto assenti). Eppure, nonostante le numerose differenze, tra l’italiano è il russo esistono anche molti punti in comune, soprattutto a livello morfologico (prefissazione e suffissazione molto ricca) e lessicale (presenza di molti lessemi di origine latina); dettaglio, quest’ultimo, che può risultare estremamente vantaggioso nella traduzione di testi in ambito giuridico ed economico.

 

Si dice che in Russia i rapporti si basino molto sulle relazioni personali. Quanto c’è di vero? Cosa amano i russi degli italiani? E come stanno influendo, secondo te, le sanzioni UE sulla disponibilità dei russi ad investire in Italia?

Assolutamente vero. I russi amano osservare gli altri e di solito si aprono di più con chi riesce conquistare la loro fiducia. Ecco perché è importante conoscere la cultura russa, se si vogliono fare affari con i russi. La Russia è una nazione molto conservatrice che, però, ama immergersi in mondi sconosciuti e scoprire ricchezze di altre nazioni. Fra l’Italia e la Russia c’è un forte legame, basato soprattutto su ciò che potremmo definire come la “stessa lunghezza d’onda emotiva”. Per i russi l’Italia incarna l’arte del saper vivere. Senza parlare dell’eccezionale cucina italiana, dei paesaggi mozzafiato e di un gusto estetico considerato esemplare. Sicuramente, le sanzioni hanno influito sul volume generale degli investimenti, ma non hanno cambiato la percezione dell’Italia come di un paradiso artistico, balneare e culinario.

 

Oltre che traduttrice, sei anche interprete. Quale dei due lavori preferisci?

Ogni traduzione è un mondo a sé e necessita di una minuziosa preparazione linguistica e culturale. Credo che una traduzione “ad hoc” richieda molte competenze extra-linguistiche. La mia specializzazione universitaria riguarda l’interpretariato, sia in consecutiva che in simultanea (oltre al russo, parlo correntemente anche il francese e l’italiano), ma la traduzione, e più in generale la scrittura, mi hanno sempre affascinato. Perciò, in realtà, non so scegliere tra interpretariato e traduzione. Penso che entrambe le attività mi arricchiscano a livello professionale e umano.

 

Recentemente hai scritto un libro fantasy in russo. Ce ne parli?

La scrittura è la mia più grande passione! Scrivere mi rende davvero felice e mi fa sempre scoprire orizzonti sconosciuti. Direi che sono una filologa nata e amo tutto ciò che riguarda il mondo delle parole. Creare un “merletto” narrativo e riuscire, attraverso la scrittura, a far vivere ciò che non c’è, ma che potrebbe esserci, per me è il massimo…

 

Amo la letteratura per i giovani e il fantasy. I protagonisti dei miei libri e dei miei racconti sono quasi sempre adolescenti, eppure le situazioni in cui si trovano e le avventure che vivono in realtà sono spesso mutuate dal mondo degli adulti. Il mio libro “Le sette vite di Scarlett” (solo in lingua russa) è esattamente basato su questo tipo di situazioni. Un tratto importante di questo libro è il sostrato umoristico. Amo ridere e voglio far ridere i miei lettori.

 

Anche se nel libro la cultura russa è presente attraverso di me, in maniera indiretta, in questo caso il paese dominante non è la Russia ma l‘Irlanda. L’Irlanda per me è stata amore a prima vista: un’isola smeralda che mi ha rubato il cuore. Per questo l’ho scelta come ambientazione del mio libro, anche se questa scelta ha richiesto molti viaggi e molte ricerche.

 

In ciò che scrivo mi piace mescolare fantasia e realtà. Quasi sempre la base di partenza è rappresentata da leggende o tradizioni locali che mi hanno colpito. A quel punto poi applico la magia dell’ “universalizzazione”, ovvero inserisco aneddoti di vita quotidiana, personaggi ben contestualizzati e fatti storici in grado di innescare l’ “effetto di verosimiglianza”, poi in pratica la storia vien da sé. A quel punto, starei lì a scrivere per ore…

Oggi “Le sette vite di Scarlett” è  disponibile solo in lingua russa, ma spero di poterlo vedere presto tradotto e pubblicato anche in italiano. Per il momento ci stiamo concentrando sulla traduzione in inglese, poi si vedrà…

Se avete curiosità sulla cultura russa e sul russo, scriveteci 😉 Trovate i nostri recapiti nella sezione CONTATTI.

Autore: Daniela Corrado

1 Comment

  1. Liudmila

    Non sono d’accordo con Nataliya su alcuni punti, ma è un bel articolo, complimenti.

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