Acta e Corriere della Sera online: un’intervista su lavoratori autonomi e tasse

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I consiglieri ACTA (Associazione Consulenti Terziario Avanzato) Ugo Testoni e Samanta Boni sono stati intervistati da Antonella Cignarale di Reportime, la rubrica di inchieste del team Gabanelli pubblicata sul Corriere della Sera online, sulla situazione di lavoratori autonomi e liberi professionisti non iscritti ad alcun albo.

Qual è la condizione in cui si trovano i lavoratori autonomi senza albo (ad esempio i traduttori freelance) che i consiglieri di ACTA intendono denunciare rispondendo alle domande di questa intervista?

Oltre a non avere alcuna rappresentanza nei tavoli di contrattazione sociale, moltissime categorie di lavoratori autonomi e professionisti freelance (traduttori, copywriter, grafici, archeologi, ecc.) rischiano di dover subire anche l’aumento vertiginoso dell’aliquota INPS (dal 27,72 % al 33%) per il fatto di essere iscritti alla gestione separata e non avere una cassa previdenziale di categoria.

Si potrebbe argomentare asserendo che anche molti lavoratori dipendenti sono sottoposti ad una aliquota del 33%, ma la differenza è che mentre il 33% versato dai dipendenti è calcolato sul reddito lordo annuo, quello dei lavoratori autonomi viene invece calcolato sul totale costo del lavoro.

Secondo Ugo Testoni, copywriter freelance: “Si è arrivati ad una tassazione così alta perché la gestione separata dell’Inps, cassa previdenziale per i lavoratori autonomi, è diventata un mezzo per versare nelle casse dell’Inps quelle risorse che vengono drenate da chi attualmente lavora e non è rappresentato”.

La denuncia fa riflettere anche perché in futuro coinvolgerà sempre più numerose figure professionali emergenti, legate al social media marketing o all’informatica, che non saranno per niente incentivate ad intraprendere la strada della libera professione.

La situazione è davvero critica e merita una riflessione approfondita, oltre che un’ampia attenzione mediatica e civile.

Trovate qui in basso i riferimenti all’articolo e il video integrale dell’intervista in oggetto:

L’allarme del popolo delle Partite Iva: più del 60% se ne va tra tasse e contributi.

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