Scrivere il curriculum vitae: qualche consiglio

Come-scrivere-un-curriculum

di Daniela Corrado

Scrivere il curriculum non è un’operazione semplice: c’è chi ha la tendenza a scrivere troppo poco e chi invece racconta ogni più piccolo dettaglio della propria esistenza.

Ecco -fatevelo dire- così non va! Cerchiamo di capirne insieme il perché.

Scrivere il curriculum: alcuni errori

L’ispirazione per la scrittura di un post sull’argomento è arrivata dopo aver letto l’articolo della giovane traduttrice Tereza Létalová, pubblicato sul suo sito web personale Translation Garden (che devo dire è semplice e molto ben fatto!).

Nonostante la poca esperienza, Tereza elenca 10 valide ragioni per cui i curriculum vitae vengono spesso respinti da chi deve operare una selezione. Oltre ad alcuni classici sbagli che si commettono nello scrivere il curriculum (lunghezza eccessiva, errori ortografici o tipografici nella lettera di presentazione, ecc.) compaiono due “errori”  che secondo me è importante evitare:

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  • Allegare il curriculum senza inserire una lettera di presentazione nel corpo della email (ATTENZIONE! Inserire in allegato la cover letter non vale!)
  • Non rispettare il canale di selezione proposto dall’agenzia o dal recruiter

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Nel primo caso, è importante accompagnare il curriculum che state per inviare con poche righe (un altro errore piuttosto frequente è quello di scrivere una cover letter di oltre 20 righe); perché la lettera di presentazione, come dice il suo stesso nome, equivale ad una vera e propria “presentazione”, e tutti sanno quanto conta la prima impressione.

Il consiglio, in questo caso, è di scrivere in maniera fluida e sintetica le ragioni dell’invio del vostro curriculum. “Presentazione”, infatti, non significa necessariamente dire tutto di sé. In altre parole, non serve scrivere il curriculum e la lettera di presentazione inserendo molti dettagli.

Non so voi, ma di solito quando incontro una persona, stringendole la mano per la prima volta, non sto a dirle: “Piacere, sono Daniela Corrado. Come può vedere lei stesso ho i capelli chiari e gli occhi verdi. Mi piace leggere, andare al cinema e fare sport. Amo anche gli animali. Spero pertanto che potrebbe prendere in considerazione la possibilità di andare d’accordo…”

Inviare una lettera di presentazione contenente un’esposizione chilometrica del percorso di studi, delle certificazioni e delle esperienze professionali, anche piccole, ha più o meno lo stesso effetto della pseudo-orripilante conversazione sopra citata.

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Prima impressione prodotta: decisamente negativa.

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Rileggere più volte la cover letter (la chiamo così, tanto ormai va di moda), perché no, anche ad alta voce, è importante. Mai inviare prima di aver riletto tutto attentamente. Il contenuto deve risultare piacevole, interessante e spingere chi lo riceve ad aprire l’allegato e dare un’occhiata al vostro CV.

Scrivere il curriculum: chi lo leggerà?

Il secondo punto, ovvero “rispettare il canale di selezione” è fondamentale perché bisogna capire che se, da un lato, ci siete voi alla ricerca di lavoro, dall’altra, c’è un interlocutore che ha bisogno di nuove professionalità in grado di poterlo supportare. Chi assume, di solito, non lo fa perché ha soldi in più da spendere, ma perché è oberato, forse anche sotto pressione, e ha la necessità di trovare qualcuno a cui delegare parte delle sue mansioni. Per cui, se in un annuncio viene richiesto di inviare la candidatura via email, ogni altro canale di invio del CV è sconsigliato, in quanto aumenta il carico di lavoro dell’interlocutore in questione; che, se non dispone di personale da adibire esclusivamente al recruiting, rischia di impazzire nel rispondere e valutare ogni email, e si limiterà semplicemente a cestinare il vostro curriculum, non per cattiveria, ma per sopravvivenza!

Ad esempio, nel caso di una nostra recente selezione per un collaboratore madrelingua inglese, in molti hanno inviato il curriculum via Proz; eppure l’annuncio specificava chiaramente di inviare le informazioni richieste per email.

Conclusione: pur avendo preso in considerazione alcuni dei primi curriculum arrivati attraverso questo canale non richiesto, alla fine ci siamo visti costretti a non considerare le candidature pervenute in questa maniera. Ci è dispiaciuto, perché chissà quanti traduttori in gamba avrebbero avuto una chance spulciando meglio fra quei curriculum non letti, ma purtroppo il tempo a nostra disposizione per la selezione era limitato. L’obiettivo era trovare forza lavoro in più, non togliere tempo ed energia alle tante attività che già avevamo da svolgere. Quindi ci è sembrato corretto privilegiare chi, nel rispondere all’annuncio, si è attenuto alle regole da noi specificate. Perché? Ha avuto attenzione nei nostri riguardi.

Il consiglio finale che mi sento di dare è di leggere gli spunti autorevoli sull’argomento presenti nel web. Il blog Want Words della traduttrice polacca Marta Stelmaszak (da cui è possibile scaricare gratis un ebook con consigli pratici per la compilazione del CV per traduttori) è un esempio. Ovviamente bisogna tener presente che i consigli, anche quelli dati dai professionisti, vanno sempre contestualizzati; e pertanto, nel caso della Stelmaszak, adattati al mercato italiano.

Per consulenze, informazioni o chiarimenti potete sempre scriverci all’indirizzo email helptraduzioni@ymail.com, contattarci attraverso il form che trovate nella pagina Contact us, o scriverci su Facebook. Buon CV!

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