Prova scritta TFA: aspettando i risultati

di Angela Di Giorno

Questo passo del famoso romanzo di Dickens è stato l’oggetto di una delle due analisi testuali richieste nella prova scritta per la classe A345 (Inglese per le medie) a Pisa, tenutasi lo scorso 28 settembre. La prova si è svolta nella mattinata: convocazione alle 8:00, svolgimento prova dalle 10:00 alle 12:30.

Coketown

In una piovosa giornata autunnale come quella di oggi, non è difficile farsi trasportare dalla vivida descrizione dell’autore vittoriano e sentirsi anche solo per un momento a Coketown.

Diversa è stata la reazione il giorno della prova quando, tra l’agitazione e la fretta, non è stato altrettanto semplice trovare la concentrazione giusta per scrivere una analisi testuale e storico-culturale tra le 250-350 parole su questo brano.

The Tyger, William Blake

La seconda analisi testuale richiedeva il commento liguistico, stilistico e retorico della poesia “The Tyger” di Blake (anche in questo caso un minimo di 250 e un massimo di 350 parole). La prova era inoltre composta da una sezione di esercizi grammaticali: un cloze test, un esercizio di trasformazione di frasi e un terzo esercizio sul lessico contenente gli idioms. Il tutto in 2 ore e mezza, tempo a mio avviso insufficiente allo svolgimento puntuale e accurato di tutte le parti della prova. Il cloze test in particolare era costituito da un articolo riguardante le strategie economico-finanziarie del governo di Obama, un testo tecnico e specialistico che richiedeva una lettura accurata per poter essere compreso e completato. Peraltro, è sembrato paradossale aver avuto un tempo maggiore durante la preselezione – che prevedeva risposte multiple choice – piuttosto che nella prova scritta, più impegnativa dal punto di vista della strutturazione concettuale della risposta aperta!

Kenneth Brannagh as Hamlet

Per chi come me ha affrontato anche la prova scritta per la classe A346 (Inglese per le superiori) programmata dall’Unipi lo stesso giorno nel pomeriggio (convocazione alle 13:30, prova dalle 15:00 alle 17:30), è stato un vero tour de force.

La prova per la classe A346 prevedeva le stesse sezioni: tre esercizi per la parte grammaticale (cloze test, trasformazione e idioms) e due analisi testuali, la prima su un brano tratto dall’atto III, scena 2 di “Hamlet” (Shakeaspeare) con relativa contestualizzazione dell’aspetto metateatrale dell’opera, la seconda sulla poesia “Song of Myself” di Walt Whitman. Anche in questo caso la difficoltà riscontrata da molti è stata la mancanza di tempo.

Walt Whitman

Altro paradosso relativo al tempo: a quanto pare i risultati delle prove usciranno solo a metà novembre, costringendo tutti i candidati ad una attesa estenuante, ma soprattutto mettendoli nella spiacevole situazione di non sentirsi liberi di accettare altre proposte lavorative, o addirittura supplenze, che sarebbero logisticamente incompatibili con l’eventuale ammissione all’orale e al TFA.

E la tentazione di mollare questa interminabile trafila ancor prima di sapere i risultati diventa sempre più forte dopo le dichiarazioni del ministro Profumo circa gli ulteriori tagli alla scuola nell’ambito della legge di stabilità, tagli che, qualora diventassero realtà – come penso avverrà – renderebbero la suddetta trafila perfettamente inutile oltre che interminabile.

Con i soldi risparmiati per le ore di supplenza non più necessarie, ‘investiremo sulla formazione degli stessi docenti e sull’edilizia scolastica’”.

5 Comments

  1. costanza

    Ciao Angela, anch’io sono stata esclusa dall’orale del TFA A346 di Pisa. Vorrei discuterne con altri perché mi chiedo a che serva passarne 28 su 50 posti disponibili. Tu sai indirizzarmi? Non sono su facebook. Grazie
    Costanza

    • Ciao Costanza,
      la tua perplessità è la stessa di molti candidati, come ho avuto modo di constatare confrontandomi con colleghe/colleghi appartenenti al gruppo TFA Inglese Pisa su Facebook. Sembra proprio una presa in giro sprecare dei posti che erano stati messi a disposizione dal Miur!
      Tuttavia, nel bando riguardante il TFA pubblicato sul sito dell’Unipi (precisamente a pag. 6, Articolo 8 punto 3) era specificato che, nell’eventualità in cui il numero degli idonei fosse stato inferiore a quello previsto, sarebbe stato attivato il TFA solo per quel numero (sebbene inferiore). Quindi lo avevano già previsto e avevano messo le mani avanti…

      Quanto alle motivazioni di una selezione così dura, in molti si chiedono quali sono i criteri che ha adottato la commissione. Qualcuno ha ipotizzato che i prof abbiano sfoltito il più possibile per non trovarsi ad affrontare un orale troppo “affollato” e per limitare le spese di trasferte ecc… dal momento che non hanno ricevuto compensi per la partecipazione al concorso in quanto membri della commissione.
      Anche se la cosa non è consolante, la stessa cosa si è verificata anche in altre classi di concorso a Pisa, ad esempio la A019 su cui ho trovato questo post su Orizzonte Scuola: http://diventareinsegnanti.orizzontescuola.it/2012/10/31/tfa-a019-pisa-solo-4-ammessi-allorale-40-i-posti-disponibili/
      A parte FB, non ho trovato altri siti sul web dove avere un confronto nello specifico della classe A346 a Pisa, però su Orizzonte Scuola il dibattito sul TFA in generale è molto attivo.

      Che dire? Io sono delusa, svilita e infastidita da come tutto si è svolto, dalle complicazioni burocratiche, dalla mancanza di indicazioni su cosa e come studiare, dalle vaghe e poco incoraggianti prospettive che questo percorso fornisce…
      Insomma, da una parte forse mi sono sentita sollevata di poter finalmente voltare pagina. Per questo non mi sono neanche informata su eventuali ricorsi.
      L’insegnamento è uno degli sbocchi principali per facoltà come Lingue, ma non l’unico. Se non farò l’insegnante di inglese farò qualcosaltro, spero! 🙂

      In bocca al lupo per tutto.

      • mar

        l’insegnante di inglese non si fa solo nella scuola pubblica… anzi, la scuola pubblica rende solo più mediocri. Puoi farlo nelle scuole private, nelle scuole di lingue, negli istituti di formazione professionale (ce ne sono a decine in ogni regione…), e puoi farlo con un’attività in proprio. Non capisco questo fossilizzarsi sul lavoro statale. Se ambisci alla sicurezza lavorativa, capisco, ma se vuoi fare l’insegnante di inglese, puoi farlo. La richiesta è altissima.

  2. Salve Mar. In effetti, è proprio quello che è accaduto. Da quando ho scritto questo articolo è passato del tempo e la voglia di insegnare l’inglese mi ha portato a farlo comunque, seguendo strade diverse. Organizzare i laboratori ludico-didattici per bambini e i corsi per adulti da libera professionista mi permette di promuovere l’apprendimento dell’inglese svincolandomi da certi meccanismi burocratici e didattici della scuola pubblica. Continuo anche a fare supplenze temporanee negli istituti statali e la cosa non mi dispiace, anzi mi arricchisce e mi permette di mantenere il contatto con la realtà scolastica. Non sono d’accordo che la scuola pubblica renda mediocri. Segue le sue dinamiche. Nessuna fossilizzazione, dunque, ma molto impegno e sacrificio per portare avanti in proprio o da dipendente (o entrambi) quello che non è solo un lavoro ma una passione. Angela

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