La donna che tradusse Il giovane Holden

la donna che tradusse Il giovane Holden

“Chissà se i libri cambiano davvero le vite, e figurarsi uno.  Quale libro vi ha cambiato la vita? A lei, già, la vita l’ha cambiata il Giovane Holden, come a molti altri. Solo che a lei l’ha cambiata davvero: non l’ha letto, lo ha tradotto. Che, non fosse stato per Salinger, forse nessuno l’avrebbe tolta dall’ufficio stampa della Società Autostrade, e chissà che altra carriera, che altra vita, che altra città che non questa Roma da cui sta traslocando.”

La donna in questione é Adriana Motti, la donna che tradusse Il giovane Holden di Salinger nel 1961, professionista di grande fama di cui abbiamo scovato un’intervista su Wittgenstein.it.

E’ un articolo che merita di essere letto per varie ragioni: prima di tutto, perché sfata molti cliché legati alla traduzione editoriale; poi perché la donna che tradusse Il giovane Holden era una donna piuttosto decisa, che non aveva paura di esprimersi senza mezzi termini sui temi legati alla traduzione e al mestiere del traduttore. Nel corso dell’intervista ad esempio la traduttrice svela alcune delle difficoltà incontrate nella traduzione del classico americano, a partire dal titolo intraducibile in italiano. L’articolo si inserisce inoltre virtualmente nella polemica originatasi di recente sull’omissione dei nomi dei traduttori nella rubrica domenicale di Alessandro Baricco sul quotidiano “La Repubblica”.

Buona lettura!

2 Comments

  1. Ho adorato quel libro, così insolito, tagliente e unico! Immagino l’emozione che deve aver provato la traduttrice quando se lo è trovato tra le mani! 😀

  2. La traduzione italiana è un passaggio fondamentale nel successo di un libro, soprattutto un romanzo. Purtroppo la traduzione editoriale, salvo casi eccezionali, non è ben pagata.

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